Possiamo definre e senza ombra di dubbio ‘Pandemia dei licenziamenti dal lavoro’. Si avvicina il termine del blocco dei licenziamenti. Le cifre sono da capogiro: 150 mila persone che rischiano di perdere il lavoro: numeri importanti che per ora abbassano la cifra prevista e paventata di circa 1 milione di licenziamenti.
Un quadro preoccupante per tutte le sigle sindacali che accompagnano la prima fase dopo lo sblocco dei licenziamenti augurandoci che le imprese ad assumere a tempo indeterminato, in un momento in cui l’incertezza resta elevata.
Non servono in questo casi normative che possono solo tamponare l’emergenza occupazionale.
L’emergenza da Pandemia Covid-19 , deve affrontare mettendo in campo nuovi interventi atti a garantire i posti di lavoro. Se ne parla da tanto tempo e non si può continuare a fare norme emergenziali rimandando quelle strutturali.
Occorre un serio programma programmare e subito discutere delle nuove riforme senza atendere ulteriore tempo.
In questa fase il governo, così come sostengono tante sigle sindacali dovrebbe preoccuparsi di rilanciare gli investimenti ed evitare lo sblocco dei licenziamenti evitando il rischio della possibile perdita di 577.000 posti di lavoro che andrebbero ad aggiungersi al milione di occupati persi l’ultimo anno
L’emergenza sta tutta nella ricollocazione dei lavoratori che verranno espulsi, soprattutto quelli con una situazione in bilico appartenenti ad aziende fallite . L’ostacolo da superare, è la mancanza di strumenti tra domanda e offerta.
Indispensabile organizzare subito centri per l’impiego, che possano favorire i rapporti pubblico e privato; aumentare il volume dei corsi di formazione che possano garantire ai lavoratori altre prospettive occupazionali.
E’ il momento ricambiare rotta! Occorre quindi procedere speditamente con la riforma delle politiche attive coinvolgendo i territori.
Rosario Murro