ECCO COSA DOVRANNO SOPPORTARE GLI ITALIANI CON LE PROSSIME STANGATE IN ARRIVO

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Quello appena cominciato sarà un gennaio all’insegna di molti cambiamenti 

 

Non tutti positivi. Saranno quasi 1,4 milioni gli italiani che, avendo causato un incidente con colpa nel corso dell’ultimo anno, saranno costretti a pagare un premio assicurativo più alto. Non solo cattive notizie: trovare un’assicurazione più economica è possibile e, con l’abolizione del tacito rinnovo, gli automobilisti avranno un incentivo in più per farlo.

L’Imu non è l’unica imposta sulla casa. Nel 2013 parte l’Ivie, la tassa sugli immobili esteri posseduti dagli italiani. Il governo, che prevede di incassare poco meno di un miliardo, ha dichiarato di aver creato l’Ivie per “ragioni di coerenza e uniformità”. In pratica non è sembrato equo far pagare l’Imu senza mettere le mani nelle tasche di chi ha una casa all’estero.

I punti fermi della nuova imposta sono due: la scadenza, il prossimo 9 luglio, e l’aliquota, fissata allo 0,76% del valore dell’immobile. Qui però il quadro inizia a complicarsi. Sì, perché l’importo non è solo determinato dal valore della casa, ma anche dalle differenti leggi fiscali del Paese dove la costruzione sorge. Calcolare la base imponibile potrebbe quindi essere complicato. Serve, prima di tutto, determinare il valore dell’immobile, pari “al costo risultante dall’atto di acquisto oppure al costo di costruzione. In mancanza di tali valori o in mancanza della relativa documentazione si assume il valore di mercato. Questi principi valgono per la proprietà “di fabbricati, aree fabbricabili e terreni” adibiti a “qualsiasi uso”, compresi quelli destinati ad attività di impresa o di lavoro autonomo. Non solo: l’Ivie dovrà essere pagata anche per “nel caso di concessione di aree demaniali” o per immobili “da costruire o in corso di costruzione”.

Sono tenute a pagare le persone che, pur possedendo una casa all’estero, mantengono una residenza in Italia, cioè coloro che “per la maggior parte del periodo d’imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile”. Nella circolare dell’Agenzia delle entrate che ha definito le regole dell’Ivie, “si considerano residenti, salvo prova contraria del contribuente, i cittadini italiani cancellati dalle anagrafi della popolazione residente e trasferiti in Stati o territori diversi da quelli individuati con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze”. In altre parole, il Fisco avrà un’attenzione particolare per chi trasferisce la propria residenza nei Paesi appartenti alla cosiddetta “black list”: tra questi non solo paradisi fiscali più o meno noti (dalle Hong Kong a Saint Lucia, dalle Isole Cayman a Macao) ma anche le meno esotiche Svizzera, Princiapato id Monaco e San Marino.

“Il versamento dell’imposta non è dovuto se l’importo della stessa non supera complessivamente euro 200”. In sostanza, si passa indenni dal balzello dell’Ivie se si possiede un immobile che non superi un valore di 26.381 euro. Nessun salvacondotto per case e capannoni che “sono stati oggetto di operazioni di emersione”, come lo scudo fiscale. “Dall’imposta si detrae un credito d’imposta pari all’importo dell’eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato estero in cui è situato l’immobile”. In sostanza, dall’Ivie si scomputa l’imposta patrimoniale pagata all’estero.

Per i soggetti che lavorano all’estero per lo Stato italiano l’aliquota Ivie sarà più bassa, pari allo 0,4%. Altro vantaggio: la possibilità di detrarre, per il 2012 e il 2013, 50 per ciascun figlio di età non superiore a ventisei anni.

Se il 2012 è stato l’anno dell’austerità, il 2013 potrebbe essere ricordato come quello dei rincari. Iva, tassa sui rifiuti, pedaggi autostradali. E ancora rincari sulle multe, bollo sui conti correnti e patrimonialina. Senza dimentifare gas, canone Rai e trasporti. Una raffica di aumenti: ecco tutte le spese che cresceranno nel corso dei prossimi 12 mesi.

Ecco tutti i rincari del 2013:

 

TARES – La nuova tassa sui rifiuti sarà più cara dell’attuale. La Uil stima una spesa media di 305 euro, 80 euro in più rispetto allo scorso anno. Più di qunto non sia costata l’Imu.

 

IVA – Dal primo luglio arriverà la mazzata dell’Iva, che aumenterà dal 21 al 22% su caffè, cioccolato, televisori, abbiglamento. Il governo stima che la nuova aliquota garantirà incassi per 4,2 miliardi. Secondo Adusbef, la raffica di rincari peserà poco meno di 1500 euro in più rispetto all’anno appena trascorso.

 

CANONE RAI  – Il canone delle emittenti pubbliche sale da 112 a 113,5 euro. Passa da 60 a 70 centesimi il francobollo per la posta prioritaria.

 

GAS – Le tariffe sul gas aumenteranno dell’1,7%. Un esborso in parte bilanciato dall’energia elettrica che, dopo mesi di aumenti, calerà dell’1,4%.

 

TRASPORTI – Peseranno anche le spese aeroportuali (+31 euro, secondo le associazioni dei consumatori) e quelle per treni e trasporto locale (+83 euro). E per chi scegliesse l’auto? Ancora peggio.

 

AUTO – Uno degli aumenti più consistenti riguarderà i pedaggi autostradali. I concessionari hanno chiesto rincari medi pari al 3,9%, con punte del 13% Veneto e del 14% in Valle D’Aosta. Sarà il miniestero delle Infrastrutture a decidere, probabilmente con adeguamenti al di sotto delle richieste dei concessionari.

 

MULTE – Vita dura per gli automobilisti poco diligenti. Salgono del 5,7% le sanzioni per le infrazioni del codice della strada. Per fare un esempio: chi passa con il rosso dovrà pagare 163 euo e non più 154.

 

RISPARMI – Dal 2013 andranno a regime l’imposta di bollo sui conti correnti e i libretti di risparmio sia sulla patrimonialina. Il bollo da 34,2 euro riguarderà tutti i conti correnti (tranne sui conti base e sui conti con una giagenza inferiore ai 5 mila euro). Capitolo patrimonialina: a fine anno si dovrà versare lo 0,15% sul valore di tutti gli investimenti finanziari.

 

Autostrade – Investimenti sulle reti autostradali a rischio dal parziale blocco degli aumenti tariffari deciso dal governo. E’ quanto denuncia l’Aiscat dopo l’approvazione degli adeguanto annuale dei pedaggi pari ad un +2,91% medio ponderato dal 1 gennaio. ”A fronte dell’impegno profuso da parte dell’intero comparto autostradale anche nel 2012 – sottolinea l’Aiscat – risulta del tutto incomprensibile l’azione del Governo, in forza della quale e’ stato sospeso per alcune concessionarie ogni adeguamento tariffario, ovvero e’ stato riconosciuto solo un parziale adeguamento, pur in presenza di rilevanti investimenti gia’ realizzati, integralmente riconosciuti in sede di controllo, dalla apposita Struttura di Vigilanza e dallo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti”.

Questi investimenti, ricorda l’associazione delle concessionarie, ”nel solo 2011, secondo gli ultimi dati ministeriali disponibili, sono stati pari ad oltre 2,2 miliardi di euro, superando quanto previsto dagli stessi piani finanziari, con un incremento di oltre il 10% rispetto all’anno precedente”. Secondo l’Aiscat, poi, ”il metodo dell’ultimo giorno non appare assolutamente in linea con l’importanza derivante da dispositivi di questo genere. Tale scelta che avrebbe natura cautelativa nell’ attesa del perfezionamento delle procedure relative ai rispettivi piani economico finanziari, in corso di definizione. Procedure che competono agli stessi due Ministeri che hanno deciso la sospensione degli adeguamenti tariffari. Purtroppo, ancora una volta, siamo costretti e sottolineare la scarsa attenzione, sia nei confronti del mercato sia degli investitori, dimostrata anche dal fatto che l’Esecutivo ha atteso l’ultimo giorno utile per decretare un parziale congelamento degli aumenti tariffari laddove lo stesso Governo avrebbe avuto il potere/dovere di completare nei tempi previsti le istruttorie in base ai contratti con i concessionari. Questi ultimi, tra l’altro, si sono gia’ impegnati a realizzare investimenti per circa 40 miliardi di euro. Investimenti il cui finanziamento e’ da considerarsi a rischio se viene meno la certezza regolatoria, con pesanti conseguenze per il sistema autostradale e per il sistema.

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