Diventare prete: la strada da percorrere

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Il Parroco di Strettura Don Siby, esorta i giovani a intraprendere la strada del sacerdozio

Ieri  durante l’Omela della Festa di San Pietro Martire , il Parroco di Strettura Don Siby , ha esortato nell’Omelia  i giovani ad intraprendere la strada del sacerdozio.

“Formare saceedoti  ognuno nel luodo di appartenenza! Questa in sintesi il desiderio della Curia Arvivescovile di Spoleto. Il Vescovo Monsignor Boccardo lo ha espresso in una lettera che è stata letta dal parrco Don Siby. Il sacerdote , ricordiamolo , di nazioalità indiana, ha messo in risalto le difficoltà che incontra nel rapporto non i fedeli e la lingua italiana. Ciò non toglie l’imopegno che tutti i parrocchiani offrono affinchè ci siano  presupposti per ,migliorare il lungo cammino di Fede.

Ma cosa bidogna fare, per diventare sacerdoti. Intanto qualche consiglio si può dare , ma è importante essere coinvolti dalla Vocazione , e non imporre il proprio volere.

Nonostante la cosiddetta ‘crisi delle vocazioni’, al giorno d’oggi sono ancora molti i giovani che scelgono la via del sacerdozio. Mossi da un sentimento religioso profondo e dalla volontà di aiutare il prossimo, questi ragazzi si impegnano in un percorso di vita che richiede grande forza di volontà e moltissimo studio. Se pensate che questa strada potrebbe essere la vostra, scoprite qui come intraprenderla.

La vocazione: il requisito ‘sine qua non’

Quello di prete è uno status che non si può acquisire esclusivamente studiando teologia. Non si tratta infatti di una ‘professione’ o di un ruolo da rivestire come un altro, bensì di un modo di vivere che riflette un sentimento profondo. Per questa ragione alla base della scelta di diventare sacerdoti ci deve essere quella che i credenti chiamano ‘vocazione’, cioè una predisposizione spirituale naturale a dedicare la propria vita a Dio e al prossimo secondo i principi della religione cristiana. Poiché tuttavia non è semplice capire se si tratta davvero della ‘chiamata’ o se piuttosto di una fase transitoria – magari propedeutica sempre a un lavoro per e nella comunità, ma non come prete – il percorso che porta a diventare sacerdote prevede una serie di colloqui con un padre spirituale e un lungo periodo di ‘tirocinio’ proprio per evitare dolorose prese di coscienza tardive.

I primi passi verso il sacerdozio

A chi sente di essere ‘chiamato’ a consacrare la propria vita a Dio, di solito la Chiesa consiglia di iniziare un percorso all’interno della propria parrocchia per capire se – effettivamente – la strada intrapresa è quella giusta. Quindi il primo passo da fare è quello di individuare un padre spirituale – se già non lo si ha – con il quale confrontarsi sulle motivazioni profonde che spingono verso la vita religiosa. Ma non solo. Il ‘vocato’ è anche chiamato a discernere se la sua volontà è quella di entrare in un ordine contemplativo o in uno attivo, se vuole cioè diventare un religioso di clausura o un prete. Non è scontato, infatti, che chi sente di essere chiamato voglia effettivamente diventare un sacerdote. Compito del padre spirituale è allora quello di accompagnare il suo discepolo lungo la strada che lo porterà a relizzare chiaramente se e come intraprendere la vita religiosa.

La formazione: il seminario e gli studi

Poiché non esiste un momento prefissato della vita per la ‘chiamata’, il percorso di formazione per diventare prete è piuttosto variegato. Si può iniziare da giovanissimi, per esempio, ed entrare nel cosiddetto ‘seminario minore’, che dà la possibilità di frequentare medie e superiori in un ambiente ‘protetto’ dove mettere al contempo alla prova la propria vocazione. Oppure si può iniziare in età adulta e, in questo caso, frequentare l’università da seminarista. Qualunque sia la circostanza, comunque, il percorso base prevede per tutti i novizi almeno 6 anni di studi accademici così suddivisi: 2 anni di filosofia e teologia, 3 anni di teologia e un ultimo anno di formazione e materie integrative. Taluni seminari, poi, contemplano un anno di tirocinio (oltre ai 6 canonici) nel quale mettere alla prova la propria vocazione lavorando al fianco di un prete e sperimentandosi all’interno della comunità.

L’ordinazione a sacerdote

Al termine del percorso canonico di studio e tirocinio, il vescovo competente per la diocesi e i padri responsabili della formazione decidono se il seminarista è pronto per diventare prete. Se lo è, durante una messa speciale quest’ultimo è ordinato sacerdote dal vescovo stesso e quindi assegnato a una o più parrocchie. L’ordinazione, però, non segna la conclusione del periodo di studio: nei due anni successivi, infatti, il nuovo prete è chiamato a frequentare un ulteriore biennio di approfondimento – a seconda delle attitudini personali e delle necessità della chiesa – cui possono seguire altri due anni nel caso in cui scelga (o sia scelto per) la strada dell’insegnamento della filosofia e della teologia.

 

Rosario Murro

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