Ospedale di Spoleto, le richieste del Consiglio comunale alla Regione dell’Umbria

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cco il documento stilato questa mattina dalla Conferenza dei Capigruppo e approvato all’unanimità in rappresentanza dell’intero Consiglio comunale

Riceviamo e pubblichiamo integralmente:

Il Consiglio comunale della Città di Spoleto,

p r e m e s s o

che in data 31 gennaio 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio

nazionale a causa dell’infezione da COVID 19;

che, da ultimo in data 7 ottobre 2020, è stato prorogato tale stato di emergenza fino al 31

gennaio 2021 a causa della recrudescenza dei contagi;

che, a seguito della citata emergenza, la legge ha previsto la necessità di individuare

appositi ospedali dedicati (ospedali COVID), che sono strutture sanitarie indicata dal piano

sanitario regionale per l’emergenza COVID come centri di accoglimento dei pazienti

COVID-positivi con vari gradi di sintomatologia;

che la struttura sanitaria adatta ad essere convertita in Ospedale COVID deve possedere

dei requisiti di spazi e impiantistica tali da consentire la definizione di aree e percorsi

dedicati, dove i pazienti possono essere curati adeguatamente garantendo la sicurezza

per loro e per gli operatori sanitari;

che l’isolamento delle aree di degenza deve essere perfettamente garantito ed è

necessario delimitare i percorsi dei pazienti in arrivo col contemporaneo allestimento di

apposite zone filtro per l’accesso e la vestizione degli operatori con i dispositivi di

protezione individuale (DPI) e la zona di svestizione dai DPI contaminati;

che, all’interno di un ospedale COVID può accedere esclusivamente il personale sanitario

e tecnico appositamente addestrato necessario al funzionamento della struttura in base

alle raccomandazioni e linee guida OMS;

che i pazienti già ricoverati per altre patologie presso una struttura che deve essere

riconvertita in Ospedale COVID o sono collocati in un’ala isolata ed indipendente della

struttura stessa oppure trasferiti presso altre strutture;

che la Regione Umbria nel periodo emergenziale ha dovuto riconfigurare la rete

ospedaliera regionale a temporanea e parziale deroga della propria programmazione e gli

ospedali umbri sono stati suddivisi in Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di I

livello come punti di riferimento per la gestione dell’emergenza finalizzata al ricovero dei

casi gravi nelle malattie infettive e in terapia intensiva e ospedali Dea di II livello, distinti in

due tipologie, nel primo caso riconfigurati per l’emergenza coronavirus e nell’altro per la

gestione della patologia acuta e sub acuta medica e chirurgica ordinaria;

che gli ospedali di base sono stati distinti in due tipologie: quelli destinati all’emergenza

Covid, e quelli di supporto, che accolgono le patologie mediche di media intensità

assistenziale in trasferimento dalle aziende ospedaliere e dai reparti di pronto soccorso;

che la Regione, in ossequio alle disposizioni emergenziali vigenti aveva individuato come

ospedali covid quello di Pantalla, quelli di Perugia e Terni e quelli di Città di Castello e

Foligno, al fine di raggiungere il numero di posti letto in terapia intensiva richiesto dal

Ministero e l’ampliamento dei reparti di pronto soccorso degli ospedali umbri, comprensivo

della riorganizzazione degli accessi;

che l’attribuzione all’ospedale di Spoleto della qualità di ospedale COVID non poteva non

essere preceduta da un confronto sul tema con l’Amministrazione comunale e la

cittadinanza considerato che la Città di Spoleto è il centro più popolato tra quelli umbri

colpiti dal sisma del 2016 e all’ospedale di Spoleto fanno altresì capo i comuni della

Valnerina per tutte le esigenze sanitarie ivi comprese quelle collegate alle recenti

emergenze post sisma del 2016;

che l’ospedale di Spoleto è anche in stretta connessione con la funzionalità sanitaria della

Casa di reclusione di massima sicurezza di Maiano di Spoleto;

che attribuire la qualifica di ospedale COVID al nosocomio della Città di Spoleto, comporta

lo spostamento della quasi totalità dei servizi previsti, compreso il punto nascite e servizi

essenziali ed urgenti in altre strutture regionali;

p r e s o a t t o

che l’incremento esponenziale dei contagi sul territorio regionale, richiede l’individuazione

di ulteriori strutture sanitarie per la gestione dei pazienti COVID e che l’autorità regionale

ha deciso di attribuire la qualifica di ospedale COVID al nosocomio della Città di Spoleto;

che la pandemia sta vivendo una recrudescenza, con una seconda fase di contagi che

appare nei numeri addirittura maggiore della precedente;

che la Regione ha deciso di implementare le strutture adibite alla gestione del Covid 19

implementando il nosocomio spoletino alla gestione dei casi Covid tra i DEA di primo

livello, decisione che non è mai stata ufficialmente comunicata né tantomeno condivisa col

Sindaco, e questo non può che essere stigmatizzato;

che pesano in questo momento le gravi decisioni del passato come quella di non

realizzare un unico ospedale tra i territori afferenti al folignate e allo spoletino, oppure

ancora quella delle continue spoliazioni dell’ospedale di Spoleto;

che anche nell’attuale “consigliatura”, su proposta della IV commissione consiliare

permanente presieduta dalla consigliera Morelli, documento condiviso con

l’associazionismo cittadino, nel giugno del 2019 è stata approvata all’unanimità una

mozione che impegnava il sindaco a seguire tutte le vicende che interessavano la

valorizzazione del presidio ospedaliero cittadino;

c o n s i d e r a t o c h e

gli effetti della pandemia, che si sta di nuovo abbattendo sulla nostra comunità va

affrontata con il giusto spirito di sussidiarietà tra i territori al quale la città di Spoleto non

intende sottrarsi ma questo non può prescindere dal coinvolgimento degli attori locali e

non può prescindere dal dare garanzie per il presente e per il futuro

la destinazione del Nosocomio di Spoleto ad Ospedale Covid non può essere accettata,

poiché per come disposta rappresenta la chiusura di tutti i suoi reparti, cosa diversa

sarebbe invece destinare ad utilizzo dei pazienti Covid 19 esclusivamente un’ala del

nosocomio (da individuare di comune accordo con l’amministrazione comunale);

è imprescindibile che dei tali reparti utilizzati al trattamento della patologia Covid 19 dovrà

seguire comunque il ripristino totale della situazione antecedente la riconversione

comprensiva del personale medico-infermieristico. ;

c h i e d e

che la Regione

• riapra il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Spoleto, che oltre a servire alla cittadinanza

del nostro territorio è essenziale anche per gli abitanti di tutta la Valnerina e la Zona

Sociale coinvolgendo oltre 60000 utenti, territori già duramente provati dal sisma del

2016, garantendo anche un servizio di elisoccorso considerato il vasto bacino di utenti

afferenti al servizio di emergenza;

• mantenga in funzione tutta quella strumentazione medico-sanitaria che è stata donata

dalle Associazioni/Fondazioni presso il Nosocomio San Matteo degli Infermi, e

garantisca che tali strumentazioni non vengano destinate altrove;

• mantenga dunque operativi i reparti essenziali al fabbisogno sanitario dell’intero

comprensorio (comprendente dunque tutta la Valnerina etc.);

• che oltre al Pronto Soccorso e ai reparti collegati rimanga attiva la Robotica (non si

muore solo di Covid ma anche di tumore!);

• invii immediatamente medici pneumologi, infettivologi, più intensivisti, più internisti e

cardiologi e personale infermieristico e paramedico per il corretto trattamento dei

pazienti Covid e di dirci perché non è avvenuta nessuna nuova assunzione di nuovo

personale medico in questi quattro mesi;

• organizzi idonee procedure per l’esecuzione di tamponi rapidi, sia per il personale che

per l’utenza, e procedure che garantiscano le necessarie condizioni di tutela della

salute del personale medico ed infermieristico;

• valuti la ripartizione del peso in termini di personale, mezzi, posti letto tra tutte le

strutture sanitarie del territorio umbro secondo le rispettive caratteristiche, così da

garantire una corretta gestione dell’emergenza e al contempo assicurare un livello

minimo dei servizi per i cittadini in tutti i territori;

• informi l’Amministrazione sul motivo per il quale durante il sopralluogo nel nostro

reparto di Terapia Intensiva, effettuato a marzo scorso, il Comitato Tecnico Scientifico

regionale aveva dato un parere non favorevole e, infatti, il nostro ospedale è rimasto

‘Covid free’ e a servizio delle rianimazioni umbre per gli interventi chirurgici maggiori e

cosa è cambiato da marzo ad oggi;

• al ripristino del nosocomio di Spoleto allo stato pre-Covid, si adoperi con sollecitudine

per potenziare ed efficientare i reparti sanitari presenti, con particolare riferimento a

quelli in maggiore sofferenza di mezzi e personale come tra l’altro dichiarato

nell’Ordinanza regionale di chiusura temporanea dello stesso;

• una volta terminata l’emergenza COVID, ripristini il punto nascite, e alla luce di quello

che sta accadendo, preveda una moratoria per almeno cinque anni, che permetta di

sforare i limiti previsti dalle disposizioni di legge, e questo anche per eventuali limiti

imposti per altri reparti, qualora esistenti;

• i macchinari che saranno inviati, restino in buona parte presso il nostro ospedale al fine

di potenziare i reparti che saranno ripristinati;

• gli eventuali reparti smantellati inoltre dovranno essere completamente ripristinati a fine

periodo transitorio andando ad eliminare gli eventuali vincoli numerici per il

mantenimento degli stessi (vedi 500 nascite per il punto nascite che deve essere

eliminato a causa di questa pandemia);

• assicuri anche in questo momento di emergenza il continuo e proficuo confronto con

l’Amministrazione comunale al quale si è ispirata sin dall’inizio della legislatura.

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