Spoleto:sfruttamento della prostituzione. Operazionedell’Arma dei Carabinieri

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Si intitola “Pretty Woman” l’operazione avviata ad agosto dai militari del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Spoleto, coordinati dalla Procura della Repubblica di Spoleto, che ha permesso di arrestare tre uomini ritenuti responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’indagine, protrattasi per alcuni mesi e condotta con metodi tradizionali mediante molteplici servizi di pedinamento su Spoleto, è iniziata con il monitoraggio di una ragazza, ventiseienne di origine spoletina, notata in alcuni punti del centro cittadino mentre veniva avvicinata da numerosi uomini che, giunti a bordo di autovetture, la facevano salire per poi allontanarsi in alcune zone boschive dell’hinterland spoletino o presso un albergo situato all’ingresso della città.

Il successivo sviluppo dell’attività investigativa ha messo in risalto un contesto perverso che vedeva coinvolta la giovane ragazza, peraltro già in cura presso le locali strutture sanitarie perché affetta da ingravescente deficit cognitivo, costretta a prostituirsi giornalmente sia dal padre che da un secondo soggetto, di origini rumene, per il quale la ragazza stessa provava un forte sentimento di amore. Le attività condotte in relazione ai comportamenti delinquenziali posti in atto dal genitore hanno evidenziato che l’uomo, abusando delle condizioni di infermità e minorazione psichica della figlia, la induceva, anche con la minaccia di cacciarla di casa, a prostituirsi con un numero indeterminato di clienti. La controllava nelle attività di meretricio e si appropriava dei proventi, che talvolta riceveva direttamente dal cliente di turno.

La rete dei clienti L’azione dei due aveva permesso di costituire una rete di almeno  80 clienti, non solo locali ma che, grazie ad una serie di annunci su internet, si stava allargando nell’intero territorio regionale  e che procurava un’entrata giornaliera di danaro mediamente quantificabile in circa 200 euro. Peraltro nel corso delle indagini è emerso che il gestore di un albergo spoletino abitualmente tollerava la presenza della ragazza (che non veniva registrata) mentre stava intrattenendo nelle camere gli occasionali clienti. Alla luce dei probanti elementi raccolti nei confronti dell’uomo è stata applicata un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Il padre e il rumeno sono stati invece condotti in carcere. L’intuizione investigativa dei carabinieri supportata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto ha permesso, da un lato, di troncare l’aberrante reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, aggravato dalla  circostanza che uno dei rei è l’ascendente della vittima, dalle minacce cui la stessa è stata sottoposta e dall’aver approfittato del suo stato di infermità o minorazione psichica, dall’altro di restituire dignità ad una giovane ragazza affinché possa reinserirsi in un sano tessuto sociale.

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