Acqua e fango portarono via 6 persone
Un anno fa i quartieri di Marassi, San Fruttuoso e Foce, nel pieno centro di Genova, venivano inondati da una inarrestabile marea di acqua e fango che si è portata via 6 persone: il risultato di un disastro consumato in meno di 12 ore. Il torrente Bisagno e il Rio Fereggiano, entrambi per gran parte del loro corso incautamente interrati nel sottosuolo della città, non ressero alle piogge incessanti avutesi tra il 3 e il 4 Novembre 2011.
A Quezzi, sulle alture retrostanti, vennero scaricati fino a 570 millimetri di pioggia in una mattina: troppo per la fragile rete idrica di Genova.
Oggi, al silenzio offerto alle vittime si contrappongono il chiasso delle inchieste della Procura di Genova e il vociare intorno ai progetti di bonifica dell’area. Sono attualmente 3 i funzionari comunali indagati per aver mentito nella ricostruzione di quei tragici momenti, nel tentativo di nascondere le proprie inadempienze. Così come sono 3 anche i principali progetti di ingegneria idraulica che si contendono i pochi fondi pubblici disponibili e che alleggerirebbero le portate di Fereggiano e Bisagno in caso di piena. Sono opere costose, che vanno dalle decine alle centinaia di milioni di euro e che, tuttavia, comprerebbero una vittoria senza prezzo per Genova: quella della tranquillità sulla paura.
La climatologia della Liguria ci dice, del resto, che si sta giocando con il fuoco e che la geomorfologia della regione risulta favorevole allo sviluppo di nubifragi distruttivi. Prima del drammatico 4 Novembre 2011, i genovesi ricordano con orrore il 7 e l’8 Ottobre del 1970, quando 900 millimetri di pioggia in 24 ore causarono la morte di 44 persone tra i
quartieri di Voltri e Marassi. Due episodi così distruttivi a distanza di soli 40 anni, per giunta avvenuti nello stesso luogo, devono far riflettere tutti su ciò che non è stato fatto finora e sull’entità degli sforzi futuri per rimediare: non è possibile far rimanere con il fiato sospeso milioni di persone ogni volta che arriva, come è normale che sia, la oramai maledetta e temuta “stagione delle piogge”.