Mancano i lavoratori, o manca il lavoro. L’offerta c’è ma non è dignitosa

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(di Rosario Murro) – L’Italia è un paese molto conservatore, con un livello di istruzione basso, dove la politica si è concentrata sulla tutela dei diritti acquisiti e del patrimonio, che per decenni ha investito le tasse dei cittadini in sussidi ad attività produttive decotte, pensioni ed assistenzialismo

Tra i principali motivi vi sono il basso indice economico e finanziario del Paese, la qualità dell’istruzione, la poca flessibilità e la regolamentazione rigida del mercato del lavoro e l’inefficace politica di superamento della disoccupazione.

La prima causa individuata dal rapporto è lo sbilanciamento quantitativo tra domanda delle imprese e scelte dei giovani. In Italia, nel momento della scelta del percorso scolastico da seguire, si tende a mettere il fattore occupazione futura al secondo posto, seguendo principalmente gli interessi personali.

Giovani e Lavoro: ‘è un cortocircuito tra ciò che si aspettano i datori di lavoro e quello che invece ricercano i giovani. Senz’altro, decenni di ribasso dei compensi di lavoratori autonomi, atipici e libero professionisti e l’inamovibilità delle buste paga dei dipendenti influenzano le “pretese” di chi cerca personale, giovani ,ragazzi a rifiutano  lavori   senza opportunità di crescita, professionale e contrattuale, sottopagati o spesso pagati in nero.

Chi lavora, infatti, lo fa in una modalità anomala molte ore di lavoro a fronte di nessuna garanzia né di compensi adeguati. Dagli stage o tirocini non retribuiti, a cui al massimo viene previsto un rimborso spese irrisorio, dalle prove gratuite, ai contratti atipici, che sono diventati la maggioranza e che in molte realtà sono formule miste di lavoro dichiarato in minima parte e al nero nella restante. Senza considerare la pletora di autonomi e “liberi professionisti – spesso costretti ad aprire Partita Iva perché ormai troppo vecchi o troppo costosi per l’azienda per essere assunti – che accettano compensi ridicoli pur di lavorare.

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