Rai, sciopero Radio 1 e Giornale Radio: videocomunicato Usigrai e replica dell’azienda

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Sabato 27 aprile, la redazione di RadioUno e del Giornale Radio Rai sarà in sciopero per 24 ore

Il comunicato dell’Usigrai
“L’Usigrai sostiene lo sciopero dei giornalisti di Radio Rai.
Il Giornale Radio Rai è emozione: quella dei grandi appuntamenti sportivi.
Il Giornale Radio Rai è storia: quella dei grandi eventi, politici e non solo.
Il Giornale Radio Rai è racconto.
Insomma, è servizio pubblico. 
Eppure l’azienda vuole togliere alla testata due parti fondamentali: la redazione sportiva e Gr Parlamento. 
Per questo oggi i giornalisti del Giornale Radio Rai scioperano. È la seconda volta in un mese, perché non hanno ricevuto alcuna risposta dai vertici della Rai. Un silenzio inaccettabile.
Così come è intollerabile il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale, di un progetto per l’informazione Rai che garantisca strumenti e risorse.
Per questo Usigrai è accanto ai colleghi della radio e proclama per il 6 maggio uno sciopero dei giornalisti di tutte le altre testate.”

La replica della Rai
La Rai non intende in alcun modo depotenziare l’offerta radiofonica sportiva e parlamentare, ma al contrario vuole sfruttare al meglio le sinergie e una nuova organizzazione del lavoro per un servizio pubblico ancora più attento agli ascoltatori radio, proprio in una prospettiva di miglioramento dell’offerta informativa.Tutto questo rientra nel nuovo piano industriale approvato dal Cda, al quale Rai, con tutte le sue strutture, sta lavorando con l’obiettivo di trasformare questa azienda in una moderna digital media company, patrimonio di tutti gli italiani e capace di esprimere oggi più che mai i valori del pluralismo e della libertà di espressione. E aggiungere opinioni, idee e punti di vista vuol dire essere ancora più pluralisti di come la Rai è stata in passato.
In merito poi all’abolizione del premio di produzione – che l’Usigrai aveva indicato tra i punti per la proclamazione dello sciopero – non si tratta di abolizione ma si adeguano ai giornalisti gli stessi meccanismi già in vigore per tutti gli altri dipendenti Rai.

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