Rosario Murro: ‘Il Popolo della Famiglia è in campo anche a Spoleto’

‘Maggioranza de Augustinis licenziata con disonore, gli spoletini non perdoneranno lo sgambetto fatto alla democrazia nel periodo più buio dal dopoguerra ad oggi. A breve il nostro Manifesto per la città’

Giornalista, uomo di sport e appassionato di politica – con particolare riferimento alle tematiche del lavoro e della famiglia, Rosario Murro è stato per molti anni coordinatore comunale di Fratelli d’Italia. Nella città del Festival ha seguito le vertenze aziendali per conto dell’amministrazione de Augustinis, da settembre 2018 a settembre 2019. L’anno seguente viene scelto dal sindaco di Castel Ritaldi Elisa Sabbatini per ricoprire il medesimo ruolo. Dello scorso febbraio la decisione, per la verità nell’aria già da tempo, di lasciare il partito della Meloni. Un mese più tardi l’approdo alla “corte” di Adinolfi.

Rosario Murro, innanzitutto volevo chiederle quali sono le motivazioni che l’hanno spinta ad entrare nel Popolo della Famiglia. “E’ stata una decisione tutt’altro che affrettata ed emotiva, in parte dettata da una personale delusione sulle dinamiche interne ed esterne con cui alcuni partiti sono soliti affrontare le tematiche sociali ed amministrative, ma soprattutto per la concreta percezione che nel Popolo della Famiglia è presente quell’ispirazione ‘popolare’ che cerca di rendere la politica meno distaccata dai cittadini. In questo movimento politico è presente una visione ampia e lungimirante per affrontare le necessità di un comprensorio che consente al PdF, mettendo sempre al centro la famiglia, di approfondire e studiare tutte quelle tematiche sociali che mi hanno sempre personalmente appassionato”.

Coordinatore comunale per FdI, delegato dall’ex sindaco di Spoleto de Augustinis nel settore crisi aziendali, lo stesso compito anche al Comune di Castel Ritaldi: cosa Le hanno lasciato questi incarichi? “Sono mandati che mi hanno forgiato anche interiormente e mi hanno fatto comprendere bene quanto siano gravi le situazioni in cui versano gli artigiani, i commercianti e le aziende spoletine, difficoltà che con la pandemia in atto si sono ancora più aggravate. Dietro una singola realtà produttiva in sofferenza economica, c’è sempre un moltiplicatore di disagio che si ripercuote su un numero altissimo di famiglie. In questi anni ho sempre cercato di far comprendere alle parti coinvolte quanto sia fondamentale il ruolo delle Istituzioni nelle trattative e nella ricerca delle soluzioni. Il mondo del lavoro è strategico per una comunità, di certo rimarrà una priorità del mio servizio alla politica anche nel Popolo della Famiglia”.

Lei conosce bene il Comune di Spoleto. Riesce a spiegare in poche parole che cosa è veramente successo nella maggioranza con la mozione di sfiducia al proprio Sindaco? “Un sindaco, in una legislatura, può anche perdere la sua maggioranza, possono emergere incompetenze, incomprensioni e differenze di vedute, ma è fondamentale capire che non ci si può sbarazzare della fiducia che i cittadini di Spoleto affidarono alla coalizione del centrodestra nel giugno del 2018. Un gesto da irresponsabili presentare una mozione di sfiducia al proprio Sindaco e farsi travolgere da diatribe interne in barba a quel dovere amministrativo a cui si era stati chiamati. Credo che molti, a Spoleto, non perdoneranno facilmente questo sgambetto alla democrazia nel periodo economicamente più critico dal dopoguerra ad oggi”.

Cosa ha provato nell’apprendere che Spoleto è stata commissariata? “Una maggioranza congedata con disonore, questo il pensiero che riecheggia nel cuore degli spoletini. Come Popolo della Famiglia abbiamo già inviato alla dottoressa Tombesi una formale richiesta d’incontro per un’analisi circostanziata di tutte le precarietà in cui versa oggi Spoleto ed esaminare le crisi aziendali, la situazione del lavoro ed i settori dell’artigianato e del commercio”.

La domanda è diretta ed è un interrogativo che si pongono in molti: il Popolo della Famiglia scenderà in campo alle prossime amministrative? “Rappresentiamo senza dubbio un punto di rottura per lo scenario politico attuale, poco incline a quelle trattative clientelari che affliggono anche le nostre realtà locali. Come PdF abbiamo deciso di ricercare collaborazioni con tutte quelle realtà che confermano un’unità d’intenti su punti fondamentali: lavoro, famiglia e dignità sociale. Su questi aspetti il Popolo della Famiglia è già in campo, certamente lo sarà anche a Spoleto”.

A Spoleto però gli altri partiti sono particolarmente radicati, qual è la fetta di elettorato alla quale vi rivolgete? “C’è nella città di Spoleto e nelle sue 104 frazioni molto trascurate, una parte consistente della cittadinanza (direi predominante), che ha a cuore il bene della città e dei suoi abitanti. In quella prospettiva ‘popolare’ a cui accennavo prima, esiste lo spazio per proporre un progetto sociale anche per Spoleto, con uomini capaci, onesti, competenti e leali in grado di gestire il tempo della post-pandemia che ci attende e che non potrà certo permettersi nell’azione di governo né mozioni di sfiducia né divisioni che rendono irrilevante qualsiasi politica. Credo che ci sia molta gente che condivide questa nostra analisi e che con quella parte di elettorato che già conosce il Popolo della Famiglia, sarà disposta a valutare un’indispensabile inversione di rotta. A breve usciremo con un nostro ‘Manifesto per Spoleto’, col quale inviteremo alla collaborazione a ricostruire tutti coloro che approveranno i nostri obiettivi”