CNR (consiglio nazionale delle ricerche). Sono 350 i ricercatori pronti ad essere spediti a casa. Aumenta il rischio delle fughe all’estero.

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Si avvicina l’ora X per oltre 350 ricercatori del CNR (ConsiglioNazionale delle Ricerche)  , cause le dinamiche del Governo, stanziati solo 3 dei 12,5 milioni di euro inizialmente previsti per la stabilizzazione di tutto il personale precario del Cnr.   che non potrà confermare il posto di lavoro a tanti ricercatori.

Le basi economiche previste dal Governo soddisferebbero solo 40/50 assunzioni a tempo indeterminato.

Su queste basi  c’è stata quialche mese fa la  mobilitazione nazionale lanciata da ricercatori e tecnologi, guidati da Cgil, Cisl e Uil, per protestare contro quella che viene definita “un’altra beffa, l’ennesimo insulto alla dignità dei lavoratori”. L’ultimo presidio sotto il ministero dell’Università e della Ricerca co le delegazioni di lavoratori da tutta Italia.

Con i suoi 8.400 dipendenti tra ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi, a cui si aggiungono centinaia di scienziati a tempo, dislocati nelle 220 sedi sparse per tutto il territorio nazionale, il Cnr rappresenta il più importante ente di ricerca italiano. In esso si svolgono attività strategiche in molti settori scientifici legati alle attività produttive, ingegneristiche e delle scienze umane.

Qualcosa è cambiato nella legge di bilancio del 2020 ,  che ha cancellato l’emendamento  che prevedeva la destinazione  di25 milioni di euro per il completamento delle stabilizzazioni di tutti i precari della ricerca, al cotrario è arrivata la doccia gelata.  Ovvero il decreto Messa che prima ha dimezzato i fondi, poi ne ha destinato la gran parte ad altri capitoli di spesa. Le risorse per le stabilizzazioni sono ridotte al lumicino e capaci di coprire l’immissione in ruolo solo del 13 per cento dei ricercatori e dei tecnologi in attesa da anni di un’immissione in ruolo che rischia di essere un sogno vano.

Rosario Murro

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