Continua la crisi dell’artigianato italiano, imprese che chiudono i battenti senza sosta.
Le statistiche non lasciano scampo a giudizi preoccupanti: Negli ultimi 10 anni, a livello Nazionale sono sparite 165mila botteghe artigiane, evidenziando una contrazione pesantissima: -11,3 per cento. Guardando solo all’ultimo anno, il calo è stato dell’1,2% che tradotto in cifre è di oltre 16.300 unità. Una emorragia che sta portando all’estinzione alcuni vecchi mestieri.
Il settore più colpito quello dei Vecchi mestieri
Le trasformazioni tecnologiche hanno totalmente investito uno spaccato non solo appartenente alla nostre tradizioni ma, anche sotto l’aspetto di Cultura e sociale .Tra questi, l’arrotino, il calzolaio, la casaro, il corniciaio, l’ombrellaio, la ricamatrice e la sarta , o tanti negozi di alimentari soffocati dalle nuove reti di Ipermercati , presenti sui territori nonostante e in alcuni casi in situazioni complesse che non giustificano la loro presenza anche con nuove offerte di lavoro.
Oltre al danno economico c’è anche un aspetto sociale molto preoccupante da segnalare. Quando chiude definitivamente la saracinesca una bottega artigiana, si perdono conoscenze e cultura del lavoro difficilmente recuperabili e la qualità della vita di quel quartiere peggiora notevolmente.
Tornando ai dati della ricerca, è secondo l’analisi la diminuzione del numero di imprese artigiane in Umbria attive è stata del 15%, una dato sempre in crescita e che non si arresta.
Quello che manca è un lavoro fatto di sinergie organizzative. Progetti comuni per raggiungere un solo obiettivo! Una Barca in alto mare al comando tanti ‘Capitani’ , non raggiungerà mai nessun approdo, rischiando di affondare totalmente.
In conclusione per raggiungere una giusta ed omogenea distribuzione degli appalti , rivedere la Legge di bilancio 2019 (l. 145/2018) ha introdotto due significative novità nel campo degli affidamenti pubblici, pur senza apportare direttamente alcuna modifica al Codice dei contratti di cui al D. Leg.vo 50/2016.
R/M