Cartiere di Fabriano, quali strategie del gruppo finaziario americano Bain Capital. Dal 2022 a Fabriano non si potranno produrre banconote e passaporti

Sta attraversando questo torrido mese di agosto nel silenzio e nella incertezza generale specialmente della politica che in passato pur tra mille difetti non avrebbe consentito tutto ciò.

A Fabriano sin da prima della unità d’Italia si sono sempre prodotte le carte per banconote prima della lira e dopo il 2000 dell’euro, oltre a carta per banconote e passaporti per tutto il mondo. Dalla fine di questo anno a Fabriano non si produrrà più carta per banconote e per i passaporti e accadrà solo per scelte strategiche della gestione delle cartiere da parte del gruppo finanziario americano Bain Capital. Fin qui niente di grave, è difficile intervenire sulle scelte strategiche di una azienda privata, ma la gravità è legata a come accadrà questo processo. Infatti il gruppo americano cederà il settore e tutte le macchine di produzione allestimento e taglio della carta collegate a questo processo produttivo al gruppo inglese di Portals che ha raggiunto un accordo di cessione solo per far morire questo settore a Fabriano ed acquisiste un settore strategico per la produzione degli ologrammi e dei fili di sicurezza a Fabriano Securities a Bollat.  Come si dice con questa scelta gli inglesi e non solo avranno un concorrente in meno sul mercato e che concorrente. A Fabriano per 10 anni a partire dal 2022 non si potranno produrre banconote e passaporti e tutte le macchine potranno essere riacquistate ad un euro.  Su questa vicenda, una delle tante che negli ultimi anni stravolge tutto  il mondo del lavoro  e di conseguenza quello occupazionale  è intervenuto Paolo Pierantoni della Uilcom Uil:”

“A Fabriano questo settore si è mantenuto nel corso degli anni grazie ad una professionalità che si è tramandata negli anni e tra generazioni  e che non sono riuscite a bloccare tutti i tentativi di affossare questo settore grazie proprio alla capacità e alla professionalità dei lavoratori di questo settore. Ma questa volta è dura da digerire e la gravità è legata al fatto che se fra 4-5 anni il gruppo finanziario americano venderà questa realtà chi acquisterà si troverà a dover rispettare questo passaggio dei 10 anni”

Quali sono le garanzie occupazionali

“Dopo aver fatto battaglia nelle riunioni con l’azienda a tutte le realtà politiche ma non tornano risposte risolutive in quanto per tutti il problema è che l’azienda ha garantito che non ci sarà taglio del personale, ma le scelte fatte non potranno garantire il mantenimento di questa situazione a lungo.

Cosa cambiaerà sotto l’aspetto della produzione

 “Il paradosso è che in Italia non potremo più produrre banconote e passaporti in quanto la realtà del ipzs non è in grado di operare sul mercato ed opera in regine di monopolio. Vi pare normale che il poligrafico ha venduto Fabriano al gruppo Fedrigoni con 6 linee di produzione e con allestimenti all’avanguardia per una cifra ridicola e dopo 15 anni ne  spende 6 volte tanto per una sola linea di produzionePossibile che nessuno autorità preposte controlla come vengono spesi questi soldi pubblici che hanno condannato a questo percorso una azienda privata”.

Un futuro terso e nuvoloso?

Il prossimo mese sarà determinante per questa storia e noi stiamo cercando in tutti i modi di contrastare questo processo ed abbiamo chiesto un intervento del mise che limiti il periodo di abbandono di questo settore per il periodo di gestione del gruppo americano. Vale poco vincere con gli inglesi gli europei e le finali della 4×100 e poi perdere questa eccellenza mondiale che deve essere solo distrutta, conclude Pierantoni”.

Rosario Murro (ASI)