Il Qatargate si allarga si indaga anche susu contatti tra eurodeputati italiani e servizi del Marocco

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Chiesta la revoca immunità per Eva Kaili

(Rainews24) -Mentre alla riunione del Consiglio europeo teneva banco lo scandalo corruttivo che ha colpito il Parlamento europeo, ad attrarre l’attenzione del vasto mondo che gira attorno alle istituzioni comunitarie c’era un articolo del quotidiano belga Le Soir, che metteva in evidenza il coinvolgimento del Marocco, ampliando gli orizzonti di una vicenda che forse ormai è riduttivo chiamare solo “Qatargate”.

In particolare, il quotidiano cita documenti che attesterebbero contatti tra la Direction générale des études et de la documentation (Dged), il servizio di informazione esterna di Rabat, e l’attuale ambasciatore in Polonia Abderrahim Atmoun, da una parte, e dall’altra l’attuale europarlamentare Pd Andrea Cozzolino (non indagato), l’ex eurodeputato Antonio Panzieri e il suo ex assistente Francesco Giorgi, questi ultimi due attualmente agli arresti. Il secondo, nel corso dell’interrogatorio di ieri, avrebbe confessato di avere avuto la responsabilità di gestire i flussi di contante.

In giornata si è inoltre appreso che Panzieri aveva lavorato nel 2017 con Atmoun, allora copresidente della commissione parlamentare mista Marocco-Ue. Annunciando i lavori sulla lotta al terrorismo Atmoun affermò: “Vogliamo coinvolgere le parti europee, marocchine e africane nella questione della sicurezza nella regione. Il Marocco sarà la forza trainante del coinvolgimento dell’Africa in questo processo. È la prima volta che lavoriamo sull’aspetto della sicurezza al Parlamento europeo”. In quella stessa occasione Panzeri sottolineò che la lotta contro il terrorismo era “fonte di preoccupazione per entrambe le sponde del Mediterraneo”. Era l’8 settembre del 2017.

Sempre a proposito di Panzieri, fonti dell’organo legislativo Ue fanno sapere che all’ong Fight Impunity da lui presieduta non sarebbero mai stati erogati finanziamenti.

Un’altra novità è il coinvolgimento nelle indagini dei servizi italiani Aise e Aisi, riferita dall’agenzia Ansa che cita fonti di intelligence. 

Kaili sospettata di frode, la Procura europea chiede la revoca dell’immunità

La Procura europea, che ha sede in Lussemburgo e vigila sulle finanze dell’Unione europea, ha chiesto che sia revocata l’immunità a Eva Kaili, ex vicepresidente socialista del Parlamento europeo in carcere per la vicenda Qatargate, e a Maria Spyraki, deputata del Partito popolare europeo. Sulla base di un rapporto investigativo ricevuto dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (che fa capo alla Commissione), si sospetta una frode a danno del bilancio dell’Ue, in relazione alla gestione dell’indennità parlamentare, e in particolare per quanto riguarda la retribuzione degli assistenti parlamentari accreditati. 

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