Si chiama Baratto Amministrativo ma a Spoleto diventa molto altro: il doppio regolamento calderone

Occorre fare chiarezza su quanto deliberato dal Consiglio Comunale lo scorso lunedì 12 ottobre 2015 e cioè il doppio regolamento relativo al baratto amministrativo.

 

Il doppio regolamento calderone si intitola:Regolamento per la realizzazione di microprogetti di interesse locale e… partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio.

L’amministrazione Comunale infatti, e non si comprende per quale motivo, mette insieme nel calderone due manovre: una che deriva dall’art. 24 della Legge 164/2014  (c.d. decreto “Sblocca Italia) e l’altra relativa all’art. 23 della Legge 2/2009 destinata a micro-progetti.

Questa distinzione è fondamentale perché mentre la prima manovra è destinata a cittadini insolventi o in difficoltà, la seconda è rivolta principalmente ad imprese. Quindi se un cittadino ha difficoltà nel pagare qualche bolletta al comune può barattare la sua morosità con un servizio reso alla comunità. È per questo motivo che in tutti i Comuni (e abbiamo apposta interpellato alcuni Sindaci che hanno già deliberato in maniera virtuosa il baratto) viene richiesto al cittadino di dimostrare la sua posizione ISEE e la sua posizione tributaria, oltre a determinare un monte ore massimo di baratto oltre il quale il Comune non va. Cioè il Baratto Amministrativo non è aperto a tutti, ma solo a persone in difficoltà temporanea.

Il doppio regolamento spoletino invece non solo concede accesso a tutti senza limiti di budget per il Comune, ma addirittura consente di barattare anche alle imprese i tributi locali mentre la legge dei micro-progetti parla solo di sgravi fiscali per i soggetti ad IRPEF. Mentre la legge parla di lavori di pulizia e manutenzione del bene pubblico qui si arriva a progetti da 300.000€!

Quindi riassumendo, il Comune di Spoleto a differenza degli altri Comuni italiani:

– non ha identificato in maniera conforme i soggetti destinatari del baratto amministrativo;
– non ha messo a regolamento il tetto massimo ISEE per i soggetti che possono accedere;
– non ha richiesto che i soggetti siano quanto meno insolventi verso l’Amministrazione o comunque in difficoltà;
– non ha chiesto che i soggetti siano esenti da condanne o procedimenti;
– non ha previsto un tetto massimo di credito inesigibile da barattare, lasciando così la possibilità a tutti di barattare, arrivando all’assurdo che il Comune possa ritrovarsi senza entrate locali;
– non ha previsto un tetto massimo di baratto per ogni soggetto;
– non ha detto come metterà a bilancio il credito non più inesigibile a questo punto, proprio perché  barattato con un servizio.

Per questo motivo il Comune dovrebbe congelare questo doppio regolamento, dividerlo più correttamente in due regolamenti e rivedere in modo conforme agli altri Comuni italiani le procedure di accesso al baratto, stabilendo la soglia di accesso ISEE e le modalità di richiesta tramite appositi moduli e autocertificazioni. Parallelamente dovrebbe determinare la quota di bilancio massima da barattare sia per il Comune che per le famiglie. Per gli altri comuni si parla di cifre che vanno dai 2000€ fino a 10.000€ per i comuni più piccoli, mentre per le famiglie il tetto massimo è di circa 780€. È questa la cifra più usata nei vari comuni italiani.

Stefano Lucidi – portavoce 5 Stelle Senato
Elisa Bassetti – portavoce 5 Stelle Comune di Spoleto