Terni bussa, Venezia risponde. Nella città lagunare un’insegnate educazione fisica vieta alle studentesse di indossare il top

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Stroei contemporanee: a Venezia un’insegnante  rimprovera le studentesse, riferimento a un più generale senso del decoro invitando a evitare abiti discinti. A Terni la recente Ordinanza emenata  nella quale  vieta di mostrare nudità ha creato scalpore e commenti.

Terni bussa , Venezia  risponde!  Le affermazioni di una  professoressa  di educazione fisica del liceo artistico statale Marco Polo di Venezia vietando l’utilizzo del top da ginnastica alle ragazze. Un divieto che ha suscitato subito grosse polemiche e un’immediata reazione da parte delle giovani del Collettivo Polo-Las che, sfidando il freddo, si sono presentate a scuola con il tanto contestato indumento e hanno srotolato uno striscione contro la decisione della prof: “Cambiate mentalità, non i vestiti”.

“La prof – affermano le studentesse – sostiene che le ragazze debbano coprire le proprie forme per non attirare a sé l’attenzione e non distrarre i compagni maschi. Ha poi minacciato di mettere una nota se alle prossime lezioni le ragazze si presenteranno di nuovo con top sportivi, ritenuti dalla prof ‘inadatti a un contesto scolastico’.

Diversa la situazione a Terni  a seguito dell’Ordinanza del Sindaco di  Terni  che intende contestare il problema prostituzione in città ed ha preservare il decoro della stessa.

Non sono mancati da parte dei media , collegamenti , tavole rotonde e interviste al primo cittadino della città dell’Acciaio.

Le responsabilità di chi deve controllarepuò beneficiare di alibi o un freno, a seconda delle interpretazioni, ossia la prostituzione nel nostro paese non è considerata reato. Però rappresentano un reato lo sfruttamento, il riciclaggio di denaro, non avere il permesso di soggiorno ma, sopratutto ne va del decoro di un’intera comunità.

Rosario Murro

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