(di Rosario Murro) – Chi tace acconsente. Spoleto non tutti hanno taciuto ma, alla fine il Punto Nascite dell’Ospedale di Spoleto chiude. In attesa di una deroga da parte del Ministero della Salute che non è arrivata. Al Branca (Gualdo Tadino e Gubbio) e Orvieto si.
Il presagio è diventata un’amara realtà. Nuove nascite i numeri hanno vinto a discapito di una necessaria esigenza .All’Ospedale San Matteo degli Infermi più nessun bambino vedrà per la prima volta la luce del giorno.
L’ulteriore decremento con le disposizioni ministeriali e il limite dei 500 parti annui non raggiunti nel 2021, non hanno consentito il mantenimento del Punto Nascita secondo quanto previsto dagli standar ministeriali , contrariamente il Punto Nascita di Orvieto e quello di Branca che non hanno mai raggiunto i 500 parti l’anno. Ma per questi, a suo tempo, è stata richiesta e riconosciuta una deroga.
Sulla vicenda San Matteo degli Infermi si potrebbe scrivere un libro , ma anche una lunga pagina nera che vede coinvolta una parte della politica locale: inerme , attendista con obiettivi totalmente diversi da quellli a difesa della salute dei cittadini di Spoleto.
Le posizioni in campo sono nette: da un lato i tanti cittadini già schierati apertamente a difesa del San Matteo degli Infermi, dall’altra ‘barricata’ la politica quella locale che a suo tempo si è fatta notare con alcuni salti alla ‘Quaglia ‘all’interno dell’Assise comunale, con annesse epurazioni di Consiglieri e Assessori comunali, e conseguenti emigrazioni in altre componenti poliiche che apri la crisi e maturare il ‘Golpe’ con la mozione di sfiducia all’ex Sindaco Umberto De Augustinis , caposaldo e intermediario da subito in prima linea a difesa del Nosocomio cittadino poi, ‘licenziato da una parte di quel centrodestra che appoggiò l’elezione del magistrato a Sindaco della Città. Tutto organizzato e architettato ad arte dai soliti Pupari’ cosa da fare invidia all’eccesla arte marionettisica dai Fratelli Colla., Artisti ben conosciuti nella Città del Festival dei Due Mondi.
La visione in generale di questa vicenda esprime l’idea che la politica della salute si identifichi con la gestione dell’apparato della salute, dalla quale non può essere separata , uno stravolgimento che porterà ad un’assistenza sanitari semi-privatizzata., ma sopratutto a lunghe liste d’attesa e viaggi in giro per la Regione.
E’ fin troppo chiaro: qualcuno ha remato controccorente . Il depotenziamento del San Matteo degli Infermi porta a far lievitare la cosidetta ‘Torta’ di risorse sia economiche che in termini di personale,ma che rifletterà negativamente su un diritto sacrosanto per quanto concerne le nuove nascite,.
A Spoleto riflettono situazioni anacronistiche la scena : i soggetti -attori della politica locale i quali all’inizio hanno taciuto, poi, improvvisamente risorti e schierati a difesa dello Nococomio spoletino.
La lista di quei Consiglieri comunali della precedente amministrazione non è lunga , qualcuno occupa lo scranno e siede nella sala dell’emiciclo municipale , ma non ricorda , o fa finta di aver rassicurato che dopo l’emergenza Covid l’ospedale sarebbe ritornato operativo , anzi migliorato nella sua fattispecie assistenziale interna.
Oggi, il risultato è tutt’altro, diversamente da quelle promesse, si insiste con comunicati stampa aumentando le logiche delle bugie, allora diciamolo: quei ‘politici’ che tanto si sono riempieti la bocca rassicurando i cittadini di Spoleto sul potenziamento del San Matteo degli Infermi al termine dell’emergenza Covid devono chiudere scusa all’intera comunità spoletina , ma sopratutto, ritirarsi dalla scena politica.