Decessi sul posto di lavoro. Pochi investimenti per garantire la sicurezza degli ‘Invisibili’

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Tema complesso .Adottare subito più controlli  con  l’adozione di misure idonee più avanzate dando ampio mandato ad organismi d’ ispezione e la medicina del lavoro sui territori.

E’ impensabile  parlare di incidenti sul posto di lavoro , senza mettere in campo azioni  concrete con  risorse economiche  atte a garantire la massima sicurezza  ai lavoratori.

La recente morte di Luana D’Orazio, la 22enne morta sul lavoro a Prato rimasta Impigliata nel rullo del macchinario trascinandolo e  uccidendola , pone nuovamente in evidenza le precarietà di tanti lavoratori esposti ai pericoli fino ad arrivare ai tragici estremi.

Nel primi tre mesi del 2021, sono 185 le vittime sul posto di lavoro (+11,4%  rispetto al trimestre  2020. Sono 154 i decessi rilevati in occasione di lavoro, mentre 31 sono quelli verificatisi durante il percorso dell’attività  lavorativa

I dati:

A guidare la classifica nazionale per numero di decessi in occasione di lavoro da gennaio a marzo 2021 è la Lombardia con 22 vittime.

Seguono: Campania (18), Lazio (16), Emilia Romagna (15), Piemonte (14), Veneto (11), Puglia (10), Abruzzo (9), Toscana (8), Calabria e Sicilia (6), Molise (5), Trentino Alto Adige (4), Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche (2), Basilicata e Sardegna (1).

Per quanto riguarda invece l’incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa, è il Molise a guidare la classifica con un indice di 47,7 contro una media nazionale pari a 6,7. Seguono Abruzzo (18,3) e Calabria (11,2).

Le province in cui si muore di più in occasione di lavoro in Italia sono Napoli e Roma (9 decessi). Seguono: Milano (7), Bologna, Brescia e Torino (6) e Salerno (5).

Il settore Costruzioni quello che conta più vittime (21 decessi).

Seguono: Attività Manifatturiere (14), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (13), Servizi di Informazione e Comunicazione che come Trasporto e Magazzinaggio contano 7 vittime; Noleggio, Agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (4).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro totali è tra i 45 e i 64 anni (103 su un totale di 154).

Le donne che hanno perso la vita nel 2021 sono 11 su 154.

Gli stranieri deceduti sul lavoro nei mesi da gennaio e marzo 2021 sono 23.

Tra le incidenze meno elevate di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, che ha una media nazionale di 23,9, troviamo: Sardegna (3,6), Basilicata (5,3), Friuli Venezia Giulia (7,9), e Veneto (8,9).

Sempre alla Lombardia spetta la maglia nera per quanto riguarda i numeri assoluti, con 175 decessi; seguita da: Campania (61 decessi), Lazio (49 decessi), Piemonte (47), Emilia Romagna (40 decessi), Puglia (33 decessi). E la triste graduatoria prosegue con: la Sicilia (23), la Liguria (21 decessi), il Veneto e l’Abruzzo (19), la Toscana (17), le Marche (16), il Molise e la Calabria (7), l’Umbria (5 decessi), il Friuli Venezia Giulia (4), la provincia autonoma di Trento (3), la Valle d’Aosta e la Sardegna (2), la Basilicata (1).

L’assenza di un piano straordinario di assunzioni  per rafforzare la prevenzione e i controlli e con esso  il potenziamento di tutti i servizi  anche per ridurre l’incidenza delle malattie professionali, nn fornisce riconoscimenti di un ruolo all’interno della centralità dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza da parte di tutti i soggetti istituzionali e datoriali; un rilancio indispensabile e urgente di investimenti per la prevenzione e la tutela della salute e sicurezza e per la manutenzione di impianti e macchinari  atti a garantire in tutti i luoghi di lavoro adeguata formazione/informazione a tutti i lavoratori a prescindere dal tipo di rapporto di lavoro;estromettere gli  appalti al massimo ribasso e al lavoro che fanno seguito al lavoro  povero e precario.

Sigle Sindacali  … PAROLA D’ORDINE, ZERO MORTI SUL LAVORO!

Rosario Murro

www.oltrelasomma.i

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