Covid, rave party ed ergastolo ostativo: cosa contiene il primo decreto legge del governo Meloni

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Rave party, stop all’obbligo vaccinale ed ergastolo ostativo. Ecco tutte le misure contenute nel primo decreto del governo a guida Giorgia Meloni.

A cura di Annalisa Girardi www.fanpage.it

Dalla stretta sui rave alla fine dell’obbligo vaccinale per i medici, passando per ergastolo ostativo e rinvio della riforma Cartabia, sono diversi i temi toccati dal primo decreto del governo a guida Giorgia Meloni, che la stessa presidente del Consiglio ha esposto in conferenza stampa. Pandemia, giustizia e sicurezza sono state le tre aree interessate dal Consiglio dei ministri, che ha anche dato il via libera alla lista di sottosegretari e viceministri. In attesa del prossimo vertice del governo, convocato già per il 4 novembre, vediamo quindi quali sono tutte le misure approvate dal governo.

“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del Ministro della giustizia Carlo Nordio e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefìci penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali”, si legge nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi.

Le nuove norme in materia di Giustizia

Partiamo dalla questione Giustizia. È stata rimandata al 30 dicembre l’entrata in vigore della riforma del processo penale voluta dall’ex Guardasigilli Marta Cartabia. E si interviene sull’ergastolo ostativo, che esclude i detenuti per reati particolarmente gravi (come quelli di stampo mafioso) dall’usufruire di alcuni benefici penitenziari, a meno che non diventino collaboratori di giustizia: “si indicano requisiti stringenti per recepire i rilievi della Consulta e allo stesso tempo impedire che siano ammessi a misure premiali soggetti che possano avere ancora collegamenti con il contesto criminale di provenienza. Nel formulare il testo, si è ripresa la proposta di legge – relativa all’art. 4bis dell’ordinamento penitenziario – già approvata dalla Camera dei deputati nella scorsa legislatura”, si legge nel comunicato di Chigi.

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