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Addio a De Mita, scompare uno dei leader della Prima Repubblica

Fu premier dal 1988 all’89, leader della Dc dal 1982 all’89, più volte ministro. Dal 2014 era sindaco di Nusco. Si è spento questa mattina poco dopo l’alba in una casa di cura di Avellino

Ciriaco de Mita si è spento ieri in una casa di cura ad Avellino, dove era ricoverato da qualche tempo. Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate.

Scompare così, a 94 anni, uno dei protagonisti della Prima Repubblica. L’ex presidente del Consiglio era stato ricoverato domenica 3 aprile al reparto di neurologia dell’ospedale ‘San Giuseppe Moscati’ di Avellino. Il ricovero si era reso necessario per una serie di accertamenti neurologici e cardiologici dopo l’operazione al femore subita il 25 febbraio scorso, a seguito di un incidente domestico. 

Dopo la convalescenza, De Mita aveva fatto ritorno a casa e aveva intrapreso un percorso di riabilitazione.

In un primo momento le condizioni di De Mita non erano parse preoccupanti, ma a destare molta preoccupazione era stato un post sui social della figlia Antonia: “Mio padre è grave” ha scritto, rivelando di non aver potuto incontrare l’ex leader della Democrazia Cristiana e facendo così salire la preoccupazione.ANSA ARCHIVIODe Mita al congresso della Dc del 1984

Luigi Ciriaco De Mita era nato a Nusco (Avellino) nel 1928. Nella sua lunga e fortunata carriera politica è stato presidente del Consiglio dal 1988 al 1989, segretario e poi presidente della Democrazia Cristiana dal 1982 al 1989, quattro volte ministro e parlamentare per un’intera generazione.

Il suo ingresso nella DC risale al 1953 nella corrente della “Sinistra di base”, nel 1956 viene eletto consigliere nazionale dello scudocrociato al congresso di Trento. Eletto deputato per la prima volta nel 1963, nel 1968 entra a far parte per la prima volta in un governo come sottosegretario all’Interno.

In seguito fu vicesegretario del partito (1969-73) durante la segreteria di Arnaldo Forlani. Diverse le cariche ministeriali tra il 1973 e il 1982: ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato nel quarto e nel quinto gabinetto Rumor (1973-74), ministro del Commercio con l’estero nel quarto gabinetto Moro (1974-76) e ministro per gli Interventi straordinarî nel Mezzogiorno nei governi Andreotti del 1976-79.

A seguito delle fine del mandato di Flaminio Piccoli, De Mita venne eletto segretario nazionale della DC nel maggio 1982. Il suo partito subì una grave debacle nelle elezioni politiche del 1983, ma nonostante ciò De Mita restò in carica, venendo ripetutamente confermato fino al congresso del 1989. Proprio durante gli anni Ottanta fu avversario all’interno del pentapartito del leader del PSI, Bettino Craxi, e fu in conflitto all’interno della DC con Andreotti e Forlani (dalle iniziali dei tre politici nacque la sigla CAF, ancorché contestata dagli esponenti democristiani). 

E a questo periodo che risale l’apprezzamento di Gianni Agnelli, che in una puntata di Mixer lo definì “un tipico intellettuale della Magna Grecia”. Nell’aprile del 1988 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga gli affidò l’incarico di formare un nuovo governo, e De Mita si trovò alla guida di un pentapartito composto dai democristiani, socialisti, repubblicani, socialdemocratici e liberali, il suo mandato durò fino al luglio del 1989.

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