Ucraina oltre all’invasione da parte della Russia , c’è un’altra ‘guerra’ : gli aumenti di spesa per le forniture del Gas

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Quali ricadute ecomomiche di questa crisi in termini

Di sicuro sappiamo qual è il peso delle forniture energetiche che arrivano da Mosca. La Russia, infatti, ha le più grandi riserve mondiali di gas naturale e fornisce all’Europa circa il 40% del fabbisogno di gas attraverso i gasdotti. E, secondo l’Oxford Institute for Energy Studies, nel 2021 il 22% del gas russo fornito all’Europa è passato attraverso l’Ucraina.

Ma quali saranno le conseguenze sulle nostre bollette? Avremo gas a sufficienza per riscaldare le nostre case nelle prossime settimane? E a che prezzo?

Dal sito www.rainews24.i , La domanda è stata posta a Carlo Stagnaro, economista e direttore delle ricerche dell’Istituto Bruno Leoni, e a Marco Vignola, responsabile del settore energia di Consumatori.it.

Stagnaro: “Due sono gli aspetti riguardo alle forniture di gas: i prezzi e le quantità. I mercati rilevano immediatamente l’incertezza della situazione che comporta un aumento dei prezzi. Il petrolio ha superato i 100 dollari e il gas, che martedì era sotto gli 80 euro per megawatt/ora, adesso alla borsa olandese è battuto intorno ai 120 euro. Dunque i prezzi salgono sia per l’incertezza che per la corsa a comprare il gas per prepararsi al peggio. Non avremo invece problemi di quantità, di volumi. Non mi aspetto una calo delle quantità dalla Russia verso l’Europa, già ai minimi contrattuali in questi mesi, a meno che non sia l’Europa stessa a bloccare il gas russo come effetto delle sanzioni.

Vignola: “Gli aumenti per i consumatori domestici e per le piccole imprese in questi mesi sono iniziati da luglio scorso, determinati da una tempesta perfetta: inverno molto freddo dell’anno scorso che ha bruciato le scorte, uscita dell’Asia dal Covid prima dell’Europa, diminuzione della produzione da fonti rinnovabili, aumento del costo dei titoli CO2. Fatto sta che a dicembre l’indice di riferimento del gas toccava la cifra record di 180 euro a megawatt/ora, mentre fino a pochi mesi prima era a 25 euro. Se prendiamo i dati dell’Autorità (Arera) e confrontiamo il prezzo del gas dell’ultimo aggiornamento trimestrale rispetto a un anno fa si vede bene che il prezzo è raddoppiato.

A cosa andiamo incontro nei prossimi mesi?

Stagnaro: “Siamo a fine febbraio, l’inverno è quasi finito e i consumi di gas sono stagionali. Questo aiuta. Continueranno ad aumentare le bollette ma diminuiranno i consumi. D’altra parte però le previsioni meteo parlano di una “coda” d’inverno, con temperature più rigide in arrivo. La temperatura farà una grande differenza rispetto alle conseguenze sui prezzi e sulle disponibilità di gas. Se arriva il freddo ci accorgeremo di più delle conseguenze della crisi ucraina. Rimane invece aperto il tema della sicurezza: il gas non è sostituibile a breve termine. Non avremo problemi di stoccaggio in questi mesi, ma successivamente. Di solito si riempiono i depositi nazionali in primavera-estate, quando i prezzi sono più bassi, per poi consumare a partire da ottobre. Il problema sarà commerciale se i prezzi salgono invece che abbassarsi. Se non c’è un differenziale di prezzo nei prossimi mesi, e già i futures del gas parlano chiaro, avremo un problema non adesso ma nei prossimi sei mesi”.

Vignola: “Mentre i consumi elettrici sono spalmati durante tutto l’anno, i consumi di gas sono concentrati nel periodo invernale, da novembre a marzo, e quindi li sentiamo particolarmente adesso che consumiamo gas per il riscaldamento delle nostre case. Vere e proprie batoste in bolletta pur essendoci gli interventi governativi. Il costo dell’energia, per quanto riguarda le imprese, comporta una ricaduta già visibile sull’inflazione con l’aumento dei prezzi di tutti i beni. Vedremo a fine marzo l’aggiornamento del costo del gas stabilito da Arera…”

Quali soluzioni sono ipotizzabili?

Stagnaro: “A gennaio i rincari del gas sono stati di +40%. È il terzo trimestre di fila di rincari e ci aspetta un nuovo rincaro. Negli ultimi 9 mesi sono stati spesi dal Governo già 11 miliardi di euro per tagliare le bollette a tutti. Le risorse impiegate per calmierare le bollette sono state di più di quanto non si sia speso per tutta la riforma fiscale o per il reddito di cittadinanza. Io credo che non sia possibile continuare così, bisognerà scegliere la tipologia di reddito familiare per il quale è necessario l’intervento statale. E poi bisogna riprendere in mano il Tap e capire se è possibile raddoppiare il trasporto di gas che proviene dall’Azerbaijan. Al momento il Tap trasporta 10 miliardi di metri cubi l’anno, ma potrebbe trasportarne il doppio. Bisogna capire in quali tempi fare gli adeguamenti tecnici per aumentare la pressione e se l’Azerbaijan è in grado di fornire una quantità doppia rispetto a quella attuale. Infine bisogna aumentare, come già intenzione del Governo, la produzione nazionale di gas”.

Vignola: ” Il Governo è intervenuto nel terzo e quarto trimestre del 2021 e nel primo trimestre del 2022. Lo ha fatto non certo sul prezzo del gas che dipende dal mercato ma su gli altri elementi che compongono il prezzo al consumo, quello che troviamo nelle voci della bolletta, ovvero: l’Iva, le accise e gli oneri generali di sistema. Sono anni che chiediamo come Unione nazionale consumatori di toglierli e non sono in questa situazione emergenziale.

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