Alluce valgo , consigli e rimedi

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Quando  l’intervento chirurgio diventa  necessario

 

 

L’alluce valgo è una deformità a carico del 1° dito e più precisamente della prima articolazione metatarso-falangea del piede, riscontrabile più frequentemente nella donna che nell’uomo. La causa è soprattutto legata all’uso di calzature troppo strette ed ad una matrice familiare.

L’età più colpita è quella tra i 40 ed i 60 anni, ma negli ultimi tempi si è notato un aumento di questa patologia in pazienti più giovani, intorno ai 30 anni, talvolta perfino in diciottenni. Si accompagna spesso ad altre patologie tra le quali la più frequente è il dito a griffe (più comunemente definito a martello) ed al neuroma di Morton.

Nel caso in cui l’alluce diventi doloroso, anche sotto la pianta del piede, con difficoltà alla deambulazione, è bene consultare al più presto un ortopedico, specialista nel settore, il quale eseguirà un accurato esame clinico con tutte le valutazioni necessarie quali l’età del paziente, il peso, le eventuali attività fisiche e/o lavorative e le sue aspettative. Saranno richiesti, come di routine, esami radiografici standard del piede sottocarico (in piedi) in proiezione antero-posteriore, laterale e con particolare dei sesamoidi, la cui lussazione è di regola la causa del dolore a carico di questa articolazione.
Un buon chirurgo ortopedico non dovrebbe mai prendere in considerazione l’intervento chirurgico di correzione della deformità ai soli fini estetici. Ciò condurrebbe inevitabilmente ad un vero e proprio insuccesso, dal momento che andrebbe ad alterare un’articolazione non dolente. Nel caso in cui un paziente presenti dolenzia sotto la pianta del piede, accompagnata a piede piatto o cavo, è bene prescrivere un buon plantare, eseguito da tecnici di provata esperienza con le varie modifiche a seconda delle necessità, che sarà in grado di contenere per un periodo più o meno lungo il dolore.

Quando l’intervento chirurgico per l’alluce valgo diventa indispensabile.

Quando i dolori diventano costanti soprattutto durante la deambulazione, con la comparsa di arrossamento sulla prima articolazione metatarso falangea (cosiddetta “cipolla”), dolore sotto la pianta del piede ed eventuali fastidiose callosità con difficoltà ad indossare le calzature. Spesso sono i pazienti che chiedono l’intervento per la risoluzione della sintomatologia dolorosa e della limitazione funzionale nelle attività quotidiane.

Il trattamento chirurgico viene eseguito in Day hospital, non essendo necessario ricovero, anche in caso di procedura bilaterale. Lo stesso giorno dell’intervento, mediante l’uso di calzature post-operatorie e di un bendaggio imbottito, e’ possibile poggiare i piedi in terra per eseguire piccoli spostamenti in casa, strettamente necessari per l’igiene personale. Non c’e’ bisogno di stampelle. Tale condotta viene mantenuta per tutta la prima settimana.

 

 

Seconda settimana

 

All’inizio della seconda settimana il paziente esce di casa per recarsi al primo controllo medico. Cammina a piatto, con cautela, poggiando sui talloni e sul bordo esterno, ma senza bisogno di ausili e autonomamente. Nel corso della visita viene cambiata la medicazione e ridotto il bendaggio. Durante la seconda settimana il paziente rimane in casa, libero di spostarsi da un ambiente all’altro, ma con divieto di  rimanere fermo in piedi e tenendo i piedi sempre sollevati ed appoggiati su un cuscino.

 

 

Terza e quarta settimana

Dopo 15 giorni si torna a visita per rimuovere i punti di sutura e il bendaggio. A questo punto il piede e’ libero, può essere bagnato e possono essere indossate calzature comode tipo da ginnastica. Il paziente cammina con più disinvoltura, ma sempre con cautela, evitando di fare leva sull’alluce. Può uscire ma senza fare passeggiate.

Secondo mese

Trascorsi trenta giorni dall’intervento la deambulazione può essere ripresa senza limitazioni. Si può tornare quindi all’attivita’ lavorativa purche’ sedentaria. Il piede e’ ancora leggermente edematoso in corrispondenza del primo metatarso, ma permette di indossare calzature normali  a tomaia alta. Non e’ necessaria fisioterapia, ma se eseguita accellera i tempi di recupero.

Terzo Mese

La consolidazione e’ completa, può essere iniziata l’attivita’ sportiva compresa la corsa.

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