Sul San Matteo degli Infermi , interviene anche il Sindacato Cisl ha sottolineare la carenza e le difficoltà , oggi nel quale vive il Nosocomio spoletino, causa carenza di personale e per evidenziare le responsabilità di chi poi se le dovrà assumere.
Una situazione delicata con all’orizzonte poche speranze per gli spoletinini e tutta la Valnerina , rivedere il San Matteo degli Infermi com’era una volta.
L’obiettivo secondo quanto sta emergendo è quello di uno smantellamento della sanità pubblica, da anni stantia, sempre meno organizzata, tutto questo porta i medici a scegliersi un posto nella sanità privata , oppure trasferirsi in altre regioni , o addirittura all’estero .
Una situazione che coinvolge l’Umbria da nord al sud della Regione
Con reparti ridimensionati dalla mancanza di medici e infermieri, pazienti cronici abbandonati, esami diagnostici bloccati e liste d’attesa incredibili anche nelle strutture private convenzionate, oramai congestionate. Una catastrofe. E l’emergenza Covid – che sì ha fatto sentire i suoi effetti disastrosi – ormai appare come un capro espiatorio di fronte al personale ridotto all’osso, alle politiche (avviate già da almeno un decennio) improntate alla razionalizzazione che, in realtà, si è tradotta in smantellamento di servizi e reparti, cancellazione quasi totale dell’assistenza nei territori.
Sul San Matteo degli Infermi è stato scritto il ‘copione’ . Il Nosocomio spoletino , primo attore di questa preoccupante realtà che porta a tante incertezze sul suo destino.
All’orizzonte si prospetta un futuro con poca luce, a meno che poi tutto sia smenito e con un colpo di bacchetta magica in stile ‘Hanry Potter’ , tutto ritorni com’era e qaul punto , onore con la presentazione delle armi agli scettici e agli sconfitti.
Se ciò non accadesse , importante ricordare chi ha determinato il deturpamento della struttura ospedaliera spoletina e le promesse tanto decantate anche nella recente campagna elettorale, sopratutto coloro che le hanno sostenute e avvallate, oggi però all’arrivo della stagione autunnale sono nel torpore tiepido in totale Letargo.
Le ultime e preoccupanti situazioni che vedono il San Matteo degli Infermi ancora in prima linea , riguardano il REPARTO CHIRURGIA, quello che era il ‘fiore all’occhiello’ del Nosocomio, già sotto organico con due chirurghi in meno e uno in malattia . Di questi uno è stato spostato ad Orvieto , si presume ai primi giorni del mese di Dicembre., allora la domanda nasce spontanea: che sia l’inizio di una fine e chiusura totale del Reparto che ad oggi fornisce nuove soluzioni in altri territori ma, nel contempo decreta la fine della chirurgia a Spoleto, non solo d’urgenza ma anche programmata.
Le carenze aumentano anche per la mancanza di pediatri che si riflette negativamente sulla riapertura del Punto Nascita , ancora irrisolta così come quella del personale paramedico, già critica prima delo tsumani Covid-19.
Tutto descrivono non solo il clima di apprensione nei confronti del futuro incerto del nosocomio spoletino e nonostante tutte le manifestazionidi di protesta che si sono susseguite nei mesi scorsi emergono nei cittadini atteggiamenti di profonda insofferenza nonostante quelle che sono state le azioni politiche messe in campo a salvaguardia del presidio e tutte le rassicurazioni della governatrice dell’Umbria Donatella Tesei su un ritorno e ancora più funzionale dell’Ospdale San Matteo degli Infermi .
A fontedi queste rassicurazioni: i soliti malfidati e le cattive lingue. Inascoltati al cospetto di una situazione che non intravede alcuna volontà concreta di intervenire su una situazione che sta minando il diritto alla salute degli umbri e in questo caso degli spoletini e rischia di provocare danni alla salute collettiva.
Rosario Murro