Da un’Articolo pubblicato Espresso Repubblica.it, si parla ancora di prostituzione, ma sopratttto di schiavitù alla quale sono sottomesse tantissime ragazze nigeriane. Per guadagnare poche decine di euro , si prostituiscono. Sapendo che il prezzo per riscattare la loro libertà è la somma di quegli stessi gesti, soprusi e umiliazioni moltiplicati per anni.
Le statistiche parlano di un mercato da 9-10 milioni di prestazioni sessuali al mese.
Secondo le stime un traffico che coinvolge tra le 50 e le 70 mila donne. Affrontato, per lo più, con concetti impropri: sicurezza, decoro urbano. Una vergogna, invece. Che gli sbarchi hanno accentuato.
Anche l’Umbria non è immune da questo scempio; basta percorrere il tratto a due corsie che da Terni conduce a Spoleto , e nelle varie piazzole sosta emergenza , (laddove una volta sostavano i venditori della famosa porchetta), bivaccano dal mattina alla sera giovane nigeriane le quali con poche decine di euro si possono ‘noleggiare’ e soddisfare i mistici desideri sessuali di clienti, alla piena luce del sole.
Molte le associazioni umanitarie che si adoperano per la raccolta fondi a favore di realtà povere dei Paesi africani, lodevole le iniziative ma, nessuno però mai un accenno su questo sistema di schiavitù e del sesso a pagamento gestito dagli stessi nigeriani che si consuma tutti i giorni sul nostro territorio.
Le nigeriane sono tra le più coinvolte. In Italia è un fenomeno iniziato una trentina d’anni fa, sulla traiettoria Benin City – Torino e Castelvolturno. E si amplifica: nel 2014 le nigeriane approdate in Italia e destinate alla strada erano 1400, nel 2015 5.600, nel 2016 11 mil.
Rosario MUrri