Fondi riscostruzione terremoto. Suoi fondi Le Mani della Ndrangheta

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Avrebbero agevolato la cosca ndanghetista dei Dragone, che lucrava sui fondi sisma per la ricostruzione, dopo il terremoto mantovano del 2012: vasta operazione dei carabinieri di Mantova in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Calabria, che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone, indagate per concussione, corruzione e intestazione fittizia di società, con l’aggravante delle “finalità mafiose”.

Quattro le Regini , ma nondi certo sono le sole , puntualemnte in aso di calamità l’organizzazione criminale entra a farne parte. Qualche anno fa anche in Umbria qualche cosa di analogo è accaduto nel 2019.

I reati sarebbero stati commessi nell’ambito delle procedure per la concessione di “fondi sisma”, relativi ad immobili danneggiati.

Decine anche le perquisizioni in atto da parte dei militari in abitazioni e in studi tecnici di professionisti interessati dalle indagini in varie regioni italiane.

Un passo indietro , così cope riporta www.ilfattoquotidiano.it

Le inviestigazioni partirono nee 2018 –nei confronti di numerose aziende che favoririmo hanno la presenza, specie nella provincia di Perugia, di famiglie calabresi e campane”.

La polizia esuii 27 provvedimenti – di cui 20 arresti in carcere e tre i domiciliari – e ha sequestrato beni per un valore di circa 10 milioni di euro. Agli indagati dell’operazione della Dda di Catanzaro, denominata Infectio, sono contestati a vario titolo l’associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, minacce, violenza privata, associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi in danno del sistema bancario. Nello specifico, ‘indagine, venne approffondito quanto emerso già nell’operazione ‘Malapiantas’ dello scorso maggio, con la perdurante operatività delle cosche di `ndrangheta Mannolo, Zoffreo e Trapasso di San Leonardo di Cutro (Crotone) e la loro proiezione in territorio umbro, dove, attraverso stabili collegamenti con la casa madre avevano impiantato un lucroso traffico di stupefacenti, anche con la complicità di trafficanti albanesi, minato, attraverso attività estorsive, la libera concorrenza nella esecuzione di lavori edili, nonché attivandosi a favore di soggetti candidati alle elezioni amministrative locali.

Stando alle indagini gli indagati avevano creato società, spesso intestate a prestanome o soggetti inesistenti, in grado di offrire prodotti illeciti (in primis fatture per operazione inesistenti) a favore di compiacenti imprenditori: business, quest’ultimo, che ha visto il coinvolgimento anche di soggetti contigui alla ‘ndragheta vibonese e che ha consentito di lucrare cospicui guadagni attraverso sofisticate truffe in danno di diversi istituti di credito e complesse operazioni di riciclaggio del denaro. Sono state sequestrate diverse società in Umbria, Lazio e Lombardia. Al contempo, con l’operazione, denominata Core business, sono stati eseguiti quattro arresti di esponenti appartenenti alla cosca Commisso di Siderno (Reggio Calabria). Tra loro anche essi un uomo scarcerato nello scorso mese di gennaio 2019. Tra le attività l’individuazione di terreni nella zona di Perugia da destinare a vigneti per la produzione di vino da commercializzare in Canada.

I reati sarebbero stati commessi nell’ambito delle procedure per la concessione di “fondi sisma”, relativi ad immobili danneggiati.

Decine anche le perquisizioni in atto da parte dei militari in abitazioni e in studi tecnici di professionisti interessati dalle indagini in varie regioni italiane.

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