Amazon annuncia il sostegno ai dipendenti per l’interruzione di gravidanza

Estimated read time 3 min read

Perché Amazon, Google e altri giganti americani finanziano chi si oppone all’aborto?

Alcune big tech e altre grandi multinazionali hanno un atteggiamento ambiguo verso il diritto all’aborto. C’è chi da una parte sostiene i propri dipendenti nell’affrontare le spese per alcuni trattamenti medici, come appunto l’aborto, e dall’altra finanzia gruppi politici contrari all’interruzione di gravidanza volontaria. È il caso di Amazon, che insieme ad altre 12 società dal 2016 a oggi ha garantito sostanziose donazioni a tre associazioni che si oppongono al diritto all’aborto.

A fare luce sulla vicenda è Popular Information, che ha rivelato come negli ultimi cinque anni il colosso fondato da Jeff Bezos, insieme a Google, Coca-Cola, Walmart, Wells Fargo, General Motors, Walgreens, Comcast, At&T, Verizon, Citygroup, CVS e T-Mobile abbiano inviato nel complesso più di 15 milioni di dollari nelle casse di tre associazioni politiche anti-aborto. A guadagnarci sono stati il National Republican Senatorial Committee, la Republican Governors Association e il Republican State Leadership Committee.

Nel corso dell’ultimo lustro, ammonta a 974.718 dollari il denaro donato da Amazon ai tre organismi che si battono per cancellare l’interruzione di gravidanza. Paradossale perché proprio nei giorni scorsi la stessa società ha annunciato la copertura delle spese di viaggio e alloggio fino a 4.000 dollari all’anno per ciascun dipendente intenzionato a sottoporsi a una serie di cure mediche, incluso l’aborto.

La scoperta dei finanziamenti ai gruppi antiabortisti ha suscitato una reazione molto forte.

Intanto cresce l’angoscia, dopo che si è scoperto che la Corte Suprema si prepara a dichiarare incostituzionale il diritto all’aborto in tutti gli Stati Uniti, ribaltando la storica sentenza Roe vs Wade del ’73.

Amazon, dicevamo, sostiene i lavoratori che dovranno abortire ma risiedono in stati dove l’interruzione di gravidanza è diventata illegale, come il Texas. Nel farlo, ha seguito l’esempio di altre aziende, come Apple, Bumble, Levi’s, HP e Citygroup. Ma come Amazon, anche Citygroup durante gli scorsi cinque anni ha assicurato sostegno economico ai gruppi anti-aborto (versando loro 685.000 dollari).

L’elenco delle società, con le rispettive cifre, che negli ultimi cinque anni hanno finanziato tre gruppi politici che si oppongono all’aborto
Le società più generose verso i tre gruppi politici che non ammettono il diritto all’aborto sono Coca-Cola ( 2,624 milioni di dollari) e General Motors (2,405 milioni di dollari). Dietro di loro c’è Comcast (1,869 milioni), poi AT&T (1,472 milioni) e CVS (1,380), mentre Google si è fermata a 525.000 dollari.

Se molte aziende non hanno risposto agli interrogativi della stampa americana per l’atteggiamento a doppia facciata, Walmart ha dichiarato a Insider di “non fare lobby sul tema, ma sostenere i gruppi di entrambe le sponde”.

Continua a leggere...