Sciopero anche al costo di rompere l’unità sindacale, la Cisl non ci sta, considerando questo uno sciopero testardo e ottuso.
Il 16 dicembre 2021 è uno sciopero manifesto sul quale si legge che Cgil e Uil intendono la ricostruzione dell’assetto socio-economico solo, sempre e ancora come redistribuzione.
Nove mesi di incontri e di consultazioni inziate a Palazzo Chigi con le parti sociali poi continuate nei mesi a seguire. Ma prima il malumore sulla questione del green pass obbligatorio sul lavoro – con i sindacati che hanno sempre chiesto l’obbligo vaccinale contro il Covid – poi i temi della manovra economica, dalle pensioni alle tasse, su cui si è consumato lo strappo, hanno portato i due sindacati (a cui per ora non si è aggiunta la Cisl) allo sciopero generale di otto ore.
Landini (Cgil) e Bombardieri (Uil) non hanno gradito la struttura della manovra, considerata insoddisfacente da entrambe le Organizzazioni sindacali, in particolare sul fronte del fisco, delle pensioni, della scuola, delle politiche industriali e del contrasto alle delocalizzazioni, del contrasto alla precarietà del lavoro soprattutto dei giovani e delle donne, della non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile.
Un breve elenco in cui ci sono tutte le questioni su cui i sindacati non si sono trovati d’accordo con il governo, a tal punto da decidere lo strappo.
Secondo Cgil e Uil i soldi sono pochi m sebbene 8 miliardi di euro sarebbero dovuti andare al taglio dell’Iepef . E soprattutto ai redditi più bassi, mentre da come è impostata la riforma fiscale sembra che a guadagnarci di più saranno i redditi medio alti. Sulle pensioni si era già arrivati allo scontro, con Draghi che aveva lasciato il tavolo della trattativa di fronte alla richiesta di prorogare Quota 100.
Redazione OLS