Reddito alimentare 2023: cos’è, a chi spetta e come funziona

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La guida al reddito alimentare, il nuovo sostegno per aiutare chi vive in povertà e per contrastare lo spreco di cibo

Riportiamo interessate articolo dal sito www.ticonsiglio.it

Nasce il reddito alimentare 2023, il sostegno per coloro che si trovano in situazioni di povertà assoluta e per combattere lo spreco di cibo. Lo prevede la Legge di Bilancio 2023 entrata in vigore dal 1° gennaio 2023.

Si tratta di un nuovo tipo di aiuto sperimentale che consiste nell’erogazione di pacchi alimentari realizzati con i prodotti invenduti dei negozi della distribuzione alimentare, che altrimenti verrebbero buttati.

In questa guida vi spieghiamo in modo chiaro e dettagliato cos’è e come funziona il reddito alimentare 2023, a chi spetta e come richiederlo in base alle novità previste dalla Legge di Bilancio.

COS’È IL REDDITO ALIMENTARE 2023

Il reddito alimentare è un sostegno nato per combattere lo spreco e la povertà alimentare e consiste nell’erogazione ai soggetti in condizioni di povertà assoluta di pacchi alimentari, principalmente cibo e bevande, realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare. Con il termine “invenduto” ci si riferisce a tutti quei cibi che i supermercati e le catene della GDO buttano via ogni giorno in quanto non idonei alla vendita, ad esempio a causa delle confezioni rovinate o perché prossimi alla scadenza.

I pacchi potranno essere prenotati mediante un’applicazione smartphone (app online da cellulare) e ritirati presso uno dei centri di distribuzione. I soggetti fragili, i pensionati e i non autosufficienti, invece, riceveranno questo aiuto direttamente a casa. A sostegno dei più poveri, il reddito alimentare si affianca ad un’altra misura prevista per il 2023 con la Manovra, la Carta risparmio spesa di cui vi parliamo in questo approfondimento  e alla carta acquisti attiva anche nel il 2023.

Vediamo insieme a chi spetterà il reddito alimentare e come funzionerà.

A CHI SPETTA

I beneficiari del reddito alimentare 2023 sono coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta nelle città metropolitane. Tuttavia, considerando la difficoltà di prevedere fondi per tutti per garantire il reddito alimentare, il Parlamento ha stabilito che sarà un Decreto attuativo del Ministero del Lavoro a definire quale sarà l’esatta platea dei beneficiari, su cui noi vi aggiorneremo.

COME FUNZIONA IL REDDITO ALIMENTARE

Ma come funziona esattamente questa misura? Il reddito alimentare diverrà operativo nel corso del 2023 grazie all’ausilio dei soggetti del terzo settore e delle stesse Città metropolitane coinvolte che gestiranno la raccolta e la distribuzione dei beni finanziate dalle risorse statali. Più precisamente, il sistema alla base del reddito alimentare è semplice e può essere riepilogato nei seguenti punti:

    il cibo verrà recuperato dai prodotti ancora buoni di qualità ma non venduti dalla grande distruzione di supermercati e ipermercati;

    le scorte alimentari invendute saranno usate, poi, per realizzare pacchi alimentari con beni di prima necessità da destinare ai poveri;

    i pacchi saranno prenotati mediante un’app dagli aventi diritto o saranno consegnati presso i rispettivi domicili alle categorie fragili, come anziani e persone non autosufficienti.

Per le modalità precise, comunque, bisognerà attendere il relativo decreto attuativo. Non appena sarà pubblicato il provvedimento, che dovrebbe essere emanato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio, quindi entro la fine di febbraio 2023, noi vi aggiorneremo.

LA SPERIMENTAZIONE PARTE DALLE CITTÀ METROPOLITANE

Da quanto si legge nella Legge di Bilancio 2023 il reddito alimentare costituisce una sperimentazione contro lo spreco e la povertà alimentare che partirà dalle Città metropolitane, con l’intenzione di essere estesa via via anche alle altre realtà territoriali, come i comuni più piccoli, nei prossimi anni.

Le città metropolitane, in base alla riforma degli enti locali prevista dalla Legge 7 Aprile 2014 n.56 (Legge Delrio), hanno sostituito le province di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria e Roma Capitale. Ad esse si aggiungono le città metropolitane istituite con leggi delle Regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina, Palermo e Sassari. Tuttavia, al momento non si sa se verranno coinvolte tutte le città metropolitane. Con il citato Decreto attuativo di prossima pubblicazione verranno definiti i dettagli su cui noi vi aggiorneremo prontamente.

COME RICHIEDERE IL REDDITO ALIMENTARE

Il reddito alimentare potrà essere richiesto con prenotazione tramite un’applicazione per dispositivi mobili (app su smartphone), rivolgendosi alle Città metropolitane in cui risiedono i beneficiari e con l’aiuto di soggetti del terzo settore aderenti all’iniziativa. Tuttavia, essendoci solo la norma che istituisce la misura non sono state ancora chiarite le specifiche modalità per presentare domanda. Non appena vi saranno novità in tal senso vi aggiorneremo.

LE RISORSE

Sul fronte risorse finanziarie, per avviare questa misura il Parlamento istituisce un Fondo con una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per ciascuno degli anni a decorrere dal 2024. La misura non è quindi temporanea, ma nasce già come strutturale in quanto operativa pure per gli anni a venire, ma sarà avviata in un primo momento – dal 2023 – in via sperimentale nelle Città metropolitane per poi essere estesa ad altri enti territoriali.

GLI OBIETTIVI DEL REDDITO ALIMENTARE

Per quanto riguarda gli obiettivi, scopo primario del reddito alimentare secondo quanto dichiarato dai promotori è evitare lo spreco “immorale” di 230.000 tonnellate di cibo invenduto della grande distribuzione. Al contempo, la misura promette di aiutare almeno 3 milioni di italiani, come ha dichiarato lo stesso Marco Furfaro primo firmatario dell’emendamento nella sua relazione in Commissione Bilancio.

Tra l’altro, secondo il Rapporto sulla situazione sociale dell’Italia pubblicato il 2 dicembre 2022 dal Censis, nel 2021 le famiglie che hanno vissuto in condizione di povertà assoluta nel nostro Paese sono state più di 1,9 milioni, il 7,5% del totale. In tutto 5,6 milioni di persone, pari al 9,4% della popolazione, se si considerano anche le persone a grave rischio indigenza. Si tratta di 1 milione in più rispetto al 2019, senza contare i danni del Covid, tamponati da aiuti simili, ovvero i bonus spesa.

Non è escluso che nel rapporto che sarà pubblicato relativamente al 2022 il dato possa essere ancora più alto vista l’attuale crisi economica e l’aumento del costo della vita. La misura istituita in Legge di Bilancio 2023, del resto, si affianca ad altri interventi rivolti alle famiglie dello stesso tenore come la Carta risparmio spesa.

Sul sito www.ticonsiglio.it, tutte le informazioni in merito

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