Mostro delle Mura: L’amministrazione risponde ‘Si rischia una grossolana confusione sulla vicenda, e la sentenza non è ancora stata depositata…’

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Negli ultimi giorni sono stati pubblicati sulla stampa locale online, alcuni articoli in relazione al palazzo edificato a ridosso del parcheggio della Posterna, che lamentano la mancata presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale di Spoleto sulla vicenda del cosiddetto “Ecomostro”.

 

Atteso che i ridetti articoli appaiono idonei a favorire una grossolana confusione sulla vicenda, risulta forse opportuno fare alcune precisazioni utili a chiarire il quadro generale che si presenta, invero, anche particolarmente complesso.

1) La sentenza penale con la quale la Cassazione ha concluso il procedimento penale relativo al fabbricato della Posterna, non è conosciuta dal Comune di Spoleto e, riteniamo, neppure dagli estensori dei vari articoli, risultando non essere stata ancora depositata;

2) Stando al solo contenuto del dispositivo della sentenza della Cassazione, che avrebbe dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati, dovrebbe avere oggi vigore la sentenza resa dalla Corte di Appello di Firenze che aveva disposto la demolizione dell’edificio della Posterna;

3) Un ordine di demolizione contenuto in una sentenza penale non deve e non può essere posto in esecuzione dall’autorità amministrativa poiché tale incombente è demandato al giudice dell’esecuzione del giudicato penale che ne viene appositamente incaricato;

4) Ad oggi agli uffici comunali non risulta essere stata presentata alcuna domanda di sanatoria del fabbricato. L’eventuale domanda di sanatoria sarebbe in ogni caso valutata dagli uffici istruttori del Comune che sarebbero tenuti a verificare, secondo la legge, la ammisibilità o meno della richiesta. Di più. L’eventuale domanda di sanatoria sarebbe tuttavia soggetta anche al vaglio incidentale del giudice dell’esecuzione della sentenza penale .

5) Sostenere dunque che l’amministrazione ( il potere politico) debba ingerirsi nell’ ( eventuale) procedimento tecnico di sanatoria, equivale a sostenere che tale ingerenza risulti legittima ed auspicabile.

Poste tali premesse, occorre dunque rassicurare tutti coloro che cercano oggi di strumentalizzare la questione tirando direttamente in ballo la responsabilità dell’attuale amministrazione comunale che, come noto, nulla a che a che fare con la vicenda, che quest’ultima si comporterà , come sempre deve, nel più stretto rispetto della legge. Quando si parla di leggi tuttavia non si può scegliere arbitrariamente quelle che si intendono applicare e quelle che non interessa applicare, poiché le procedure che regolano la possibilità di sanatoria ( ove presentata ed ove ammissibile) sono anch’esse norme di legge. Del resto, nella stessa sentenza della Corte di Appello di Firenze, della quale a gran voce si chiede l’applicazione ( che come detto non è di competenza del Comune) si dice chiaramente che una parte della cubatura è sicuramente legittima e che la demolizione viene disposta per l’intero palazzo poiché, allo stato (della sentenza ndr) non è possibile determinare quale parte sia legittima e quale non, in mancanza di eventuali permessi di sanatoria. La vicenda, come è stato detto all’inizio, è particolarmente complessa e presenta anche una serie di altri problemi che non potranno essere semplicemente ignorati. E’ bene quindi che, prima di creare confusione in argomenti così importanti e così delicati, si disponga di ogni elemento utile per intervenire, a meno che, l’unico intento non sia quello di creare gratuite speculazioni atte ad attaccare l’avversario politico.

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