Castel Ritaldi: Intesa San Paolo lascia il ‘Paese delle Fiabe!

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Lo sportello bancario Intesa San Paolo di Castel Ritaldi ha chiuso i battenti.

La decisione già annunciata qualche mese fa  creando un gravissimo disagio per l’intera utenza.

Si parla di innovazione  tecnologica , ma è  un alibi per la chiusura degli sportelli, che significa perdere un rapporto storico con il territorio

La chiusura degli sportelli, , significa anche meno concorrenza e meno assistenza finanziaria a famiglie e imprese. I nuovi canali digitali soprattutto per le operazioni e i pagamenti di tutti i giorni, la maggior parte di loro va ancora in filiale per le scelte finanziarie più complesse (consulenza, assistenza, richiesta di mutui, affidamenti su conto corrente). Senza contare che a pagare questo ridimensionamento sono soprattutto gli anziani, che non usano le nuove tecnologie, e i piccoli centri, dove le filiali stanno praticamente scomparendo.

Negli ultimi dieci anni gli istituti operanti in Italia si sono più che dimezzati (erano 300, ora sono 115: 48 gruppi, 64 banche indipendenti, due holding Bcc e Raiffeisen in Alto Adige), con la conseguente chiusura di un terzo degli sportelli (calati dal record storico di 34.139 toccato nel 2008 agli attuali 25.485), chiusura che è accelerata negli ultimi anni: solo nel 2018 sono state infatti chiuse ben 1.889 filiali bancarie, in pratica 157 ogni mese, ossia più di 5 sportelli al giorno. Il risultato: migliaia di posti di lavoro in meno (48 mila prepensionamento ed uscite volontarie tra il 2000 e il 2010, altre 20 mila uscite circa attese tra il 2010 e il 2020, col rischio che i numeri vadano rivisti al rialzo a consuntivo).

Nella sostanza  le  banche italiane hanno sempre più voglia di occuparsi di assicurazione e risparmio gestito, vista la crescente concorrenza non solo delle piccole ma aggressive startup della Fintech, ma soprattutto di un concorrente ben radicato sul territorio come Poste Italiane.

 

Rosario Murro

 

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