Inflazione: in Italia raggiunti i massimi livelli

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Mai così in su! L’Inflazione , causa la a crisi energetica infiamma il carovita con  che a gennaio arriva ai massimi livelli come nel 1996.

Gli esperti dell’Istat parlano  dei orezi al consumo  aumentati dell’1,6% rispetto a dicembre e del 4,8% rispetto a gennaio 2021. I due dati messi a confronto per capire che a dicembre 2021 la progressione sullo stesso mese del 2020 era stata del 3,9%.

Alla luce di questi dati , scende in campo l’associazione consumatori  che parla di ‘massacacro’. Secondo il Codacons l’aumento dei prezzi si tradurrà in maggiori spese per 1.474 euro l’anno per le famiglie.

La situazione che si va a delineare è identica a queola del 1996 . Era dal mese di aprile 1996 che non si registrava un aumento del genere. Il grosso delle responsabilità ricade sui beni energetici che su base annua sono aumentati del 38,6%, anche se le tensioni inflazionistiche si fanno sentire anche sugli altri comparti. Come dimostra il carrello della spesa dove i prezzi del beni alimentare, per la cura della casa e della persona sono aumentati del 3,2% e quelli ad alta frequenza d’acquisto de 4,3%.

Nel dettaglio, l’ulteriore e marcata accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +93,5%), e in misura minore ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +23,1%), dei beni alimentari, sia lavorati (da +2,0% a +2,4%) sia non lavorati (da +3,6% a +5,4%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,5%); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,4%).

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +5,5% a +7,1%), mentre la crescita di quelli dei servizi rimane stabile a +1,7%.

A livello congiunturale invece, l’aumento dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici regolamentati (+42,9%) e in misura minore a quelli degli Energetici non regolamentati (+3,2%), dei beni alimentari non lavorati (+2,1%), degli alimentari lavorati (+1,4%), dei beni durevoli (+1,0%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9%). Solo i servizi relativi ai trasporti diminuiscono (-1,6%), a causa per lo più di fattori stagionali.

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