Le Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria capofila del Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori

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alla conferenza stampa di presentazione al pubblico tenutasi lunedì 11 febbraio alla Fondazione FICO di Bologna

Il Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, nato a fine 2017 e al quale aderiscono 79 Strade tra le più attive del Belpaese, capitanato dall’Umbria nella persona di Paolo Morbidoni (Presidente del Coordinamento Regionale delle Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria) si è riunito a Bologna presso FICO, per fare il punto sulle iniziative svolte nel 2018 e quelle in cantiere per il futuro. A cominciare dalla volontà di essere un interlocutore autorevole delle istituzioni nella definizione della disciplina dell’enoturismo, abbozzata dalla legge di bilancio 2018. 

La Fondazione “FICO” di Bologna (Spazio 118 del Parco Agroalimentare FICO Eataly World, Bologna) ha ospitato, nella giornata di lunedì 11 febbraio, la conferenza stampa “Prospettive e sviluppi” organizzata dal Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia. Una realtà costituitasi a fine 2017 per contribuire alla crescita e al consolidamento di quel turismo rurale, enogastronomico e culturale che rappresenta una voce sempre più importante dell’economia e dello sviluppo futuro del nostro paese. La scelta del luogo non è casuale: è proprio Fondazione FICO, infatti, la sede ufficiale del nuovo organo. L’incontro ha dunque rappresentato non solo l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del sodalizio, ma anche per avviare una fruttuosa collaborazione con il parco tematico dedicato all’agroalimentare.

“Questo nuovo organismo – ha dichiarato Luciano Nieto, Capo Segreteria Tecnica Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo – è un esempio dei risultati che si possono raggiungere se si riesce a far sistema nel promuovere le eccellenze del nostro Paese. Per far diventare l’Italia, un Paese sempre più attrattivo – ha proseguito –  è necessario anche raccontarne i mille sapori e profumi, visto che i turisti sono sempre più attirati dall’offerta enogastronomica dei luoghi che scelgono di visitare. Fondamentale – ha concluso – mettere a sistema un piano per la mobilità lenta e investire sulla formazione”. 

Il Coordinamento Nazionale

Ad oggi, il Coordinamento riunisce 79 Strade, tra cui alcune delle realtà più importanti e strutturate di un panorama italiano quanto mai ricco e diversificato. Basti pensare che queste contano al loro interno oltre 1.000 aziende vitivinicole, più di 500 ristoranti, 450 strutture ricettive, 320 agriturismi ed altre importanti realtà sia pubbliche che private147 i prodotti tipici Doc, Docg, Dop, Igp e migliaia di Pat promossi, suddivisi tra Vino (34%), Olio (10%) e le numerose altre eccellenze del territorio (56%). Un patrimonio dal valore inestimabile e dalle potenzialità eccezionali, ma non ancora pienamente espresse

Gli obiettivi

“Proprio da qui – afferma il portavoce nazionale Paolo Morbidoni, presidente delle Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria – è scaturito il progetto del Coordinamento Nazionale, nato per fare rete tra realtà che condividono i medesimi intenti di promozione turistica, rappresentare una voce sola nel confronto con le istituzioni del paese e lavorare insieme su progetti comuni di ampio respiro e di lungo periodo”.

Tra gli obiettivi più urgenti del Coordinamento spicca quello di essere considerato interlocutore nella definizione della nuova norma sull’enoturismo e sulle politiche di valorizzazione del legame enogastronomia-territorio. Ruolo confermato proprio dal Capo Segreteria Tecnica del Ministro Centinaio nel corso del suo intervento.

Il ruolo delle Strade 

Va ricordato che le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori sono state riconosciute dalla legge n. 269 del 1999. Il Testo Unico sul Vino del 2016 ha ribadito il ruolo chiave delle Strade del Vino nell’ottica dello svolgimento delle attività enoturistiche. Da ultimo, il governo Gentiloni ha inserito nella legge di bilancio 2018 un comma che definisce il termine “enoturismo” come forma di turismo dotata di specifica identità, ma senza indicare con chiarezza i soggetti coinvolti. Ecco perché l’Osservatorio propone una nuova governance del settore e sarebbe in grado di fornire un contributo prezioso nell’aggiornamento dell’ormai obsoleta legge del 1999 e nella definizione della disciplina dell’enoturismo.

Il valore dell’enoturismo

Non dimentichiamo che si tratta di un comparto sempre più strategico. Secondo una ricerca di Isnart-Unioncamere, gli interessi enogastronomici per i prodotti tipici e l’agroalimentare made in Italy muovono un turista su quattro in Italia: con il 26% (che sale al 29,9% tra gli stranieri), la motivazione del vino e del cibo ha superato anche l’attrattiva per il patrimonio artistico e monumentale (ferma al 24,2%). Un’indagine Coldiretti/Ixè, dal canto suo, l’Italia è leader mondiale per il turismo enogastronomico, con un +9% nel 2018: durante la scorsa estate, tre italiani su quattro hanno scelto di visitare cantine, frantoi, mercati contadini e aziende agrituristiche; il 42% sono tornati dalle ferie con vini, formaggi, olio d’oliva, conserve e salumi.  

“Siamo lieti che il Coordinamento Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, che lavora per promuovere il bello del nostro Paese, abbia scelto Fondazione FICO come “casa”, valore aggiunto per le nostre iniziative – spiega il presidente della Fondazione, Andrea Segrè – . L’educazione alla sostenibilità quest’anno ripartirà dalla promozione del “Bel paesaggio” attraverso un focus che Fondazione FICO organizza all’inizio del mese di aprile in sinergia con la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura con cui abbiamo di recente sottoscritto un Protocollo triennale. Questa partnership rafforzerà il nostro impegno per la promozione di una produzione e di un consumo agricoli sostenibili, e per la costruzione di una società a zero spreco: traguardi che, insieme alla valorizzazione del territorio in un sistema virtuoso fra turismo e produzione agroalimentare, ci vedono senz’altro in linea con la mission del Coordinamento nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori”.

“Oggi le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori d’Italia trovano “casa” a FICO e nelle varie sedi Eataly del mondo – sottolinea  Oscar Farinetti, fondatore di FICO Eataly World, nel corso dell’Assemblea del Coordinamento, seguita alla conferenza–  che è anche una vetrina per il nostro cibo nel mondo. Siamo felici di questa collaborazione, perché darà a tutti i visitatori della Fabbrica Italiana Contadina l’opportunità di conoscere e apprezzare sempre meglio la straordinaria biodiversità agroalimentari del nostro Paese. Le Strade dei Vini e dell’Olio sono elementi fondamentali nei territori di appartenenza perché permettono di far conoscere i prodotti direttamente nei luoghi di produzione. Con le Strade arrivano a FICO centinaia di territori e di specialità uniche, che racchiudono i sapori, la storia, le tradizioni, la cultura, i paesaggi dell’Italia”.

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