Aumentano gli uomini nel lavoro domestico.

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In molte province del Sud superano il 20%, ed a Palermo un colf su tre è maschio.

Il lavoro domestico è storicamente visto come un’attività prettamente femminile, tanto che nel linguaggio comune si tende a declinare al femminile “le colf” e “le badanti”. Tuttavia, come sottolineato nel III Rapporto DOMINA sul lavoro domestico, negli ultimi anni è aumentata la componente maschile, in particolare nelle province del Sud. A Palermo e Messina, per esempio, oltre il 30% dei collaboratori familiari (Colf) sono uomini.

Non è un fenomeno solo italiano: secondo il Rapporto ILO 2021 pubblicato in occasione del decennale della convenzione 189/2011 (dati 2019) , a livello globale i lavoratori domestici di sesso maschile sono 18 milioni, pari a quasi un quarto di tutti i lavoratori domestici. In particolare, la componente maschile tocca i picchi massimi in Africa (31,6%) e nei Paesi arabi (63,4%).

In Italia, i dati INPS certificano l’evoluzione del lavoro domestico maschile negli ultimi anni. Osservando il trend, si nota come i lavoratori domestici di genere maschile abbiano toccato il picco massimo nel 2012 (18,9% del totale), per poi diminuire l’anno successivo. Tra il 2016 e il 2019 il numero si è attestato, per poi tornare a crescere nel 2020 (12,4%).

Fig 1. Incidenza % dei lavoratori domestici MASCHI in Italia (2011-2020) 

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

Ma chi sono questi lavoratori? Dai dati dell’Osservatorio DOMINA sul lavoro domestico emerge come si tratti principalmente di addetti alle pulizie, giovani e stranieri. In numero assoluto sono oltre 114 mila i lavoratori domestici maschi presenti, ovvero il 12,4% dei domestici totali. Nel 78% dei casi di tratta di lavoratori stranieri.

Tra questi lavoratori domestici è prevalente la mansione di colf rispetto a quella di badante. La retribuzione annua media è più bassa rispetto a quella delle lavoratrici femminili, probabilmente anche per la minore presenza di badanti, che svolgono più ore e quindi hanno una retribuzione maggiore.

Un ulteriore elemento di riflessione è dato dalla distribuzione per classe d’età. Secondo i dati INPS elaborati dall’Osservatorio DOMINA, l’età media dei lavoratori maschi è di 43,6 anni contro i 49,6 anni della componente femminile.

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

Ad essere particolarmente interessante è l’aspetto territoriale di questo fenomeno. L’incidenza maschile, mediamente dell’12,4% a livello nazionale, raggiunge il 22,4% in Sicilia e supera il 15% in Calabria e Campania. In quasi tutte le Regioni gli uomini sono impiegati prevalentemente come Colf; in controtendenza Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise, dove gli uomini svolgono prevalentemente mansioni di cura alla persona.

La prima provincia con la maggiore incidenza di domestici maschi è Palermo (28,4%), dove i domestici maschi sono oltre 4 mila e rappresentano il 3,5% del totale dei lavoratori maschi. Se poi si considerano solo i collaboratori familiari (Colf), l’incidenza arriva al 32,4%. In questo caso si tratta nella maggior parte dei casi di addetti alla pulizia con cittadinanza straniera.

L’incidenza supera il 20% in altre 4 province del Sud: Messina (26,7%), Napoli (23,0%), Reggio Calabria (21,8%) e Catania (21,0%). In queste prime 5 province lavorano 15 mila addetti domestici, ovvero il 13% di tutti i lavoratori domestici maschi italiani.

La mappa, che riporta l’incidenza percentuale dei lavoratori domestici maschi per provincia, evidenzia come in molte province del Sud il fenomeno sia piuttosto significativo.

Elaborazioni Osservatorio DOMINA

 Tab 1. Lavoratori domestici MASCHI per Provincia (2020). Prime 20 provincie per incidenza

Provincia             Lavoratori domestici Maschi       Distrib. %             Incidenza % Maschi/totale          di cui Colf            di cui Stranieri

Palermo              4.044     3,5%      28,4%    82,6%    82,2%

Messina              1.858     1,6%      26,7%    70,9%    79,9%

Napoli   6.581     5,8%      23,0%    70,3%    86,4%

Reggio Calabria 923         0,8%      21,8%    74,1%    80,3%

Catania 1.517     1,3%      21,0%    79,7%    78,0%

Siracusa               300         0,3%      18,8%    71,0%    70,3%

Agrigento           361         0,3%      16,1%    44,9%    58,7%

Verona 2.496     2,2%      16,1%    75,3%    86,4%

Como    1.267     1,1%      15,9%    73,4%    83,8%

Latina    693         0,6%      15,9%    72,0%    80,2%

Lodi       352         0,3%      15,7%    83,8%    93,2%

Roma    17.646   15,5%    15,5%    73,7%    86,9%

Milano  15.352   13,5%    15,5%    80,2%    90,2%

Firenze 3.782     3,3%      14,9%    62,3%    83,9%

Caserta 814         0,7%      14,8%    53,8%    77,8%

Brescia 2.400     2,1%      14,8%    82,4%    87,2%

Lecco    590         0,5%      14,6%    76,6%    87,8%

Vibo Valentia    158         0,1%      14,5%    46,8%    34,2%

Enna      139         0,1%      14,1%    42,4%    46,0%

Bergamo             1.690     1,5%      13,9%    77,1%    88,2%

Totale   114.009                100,00%               12,4%    68,5%    78,1%

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

In molte altre province, invece, il lavoro domestico maschile è quasi inesistente: Gorizia, con solo 110 operatori maschi, è la provincia con l’incidenza più bassa di lavoro maschile nel settore domestico. Lo stesso ad Udine dove su oltre 9 mila lavoratori domestici solo 500 sono di genere maschile.

La presenza di Colf di genere maschile in queste province a bassa incidenza di lavoratori domestici “maschi” non è predominante. Sembra che sia presente meno personale maschile, ma più specializzato verso l’assistenza personale. Anche l’incidenza di stranieri tende a diminuire annullandosi quasi ad Oristano (9,0% lavoratori domestici maschi stranieri).

Tab 2. Lavoratori domestici MASCHI per Provincia (2020). Ultime 20 provincie per incidenza

Provincia             Lavoratori domestici Maschi       Distrib. %             Incidenza % Maschi/totale          di cui Colf            di cui Stranieri

Bolzano               501         0,4%      7,6%      61,7%    79,0%

Belluno 178         0,2%      7,3%      54,5%    75,3%

Teramo 268         0,2%      7,3%      46,3%    43,7%

Oristano              391         0,3%      7,2%      15,6%    9,0%

L’Aquila                224         0,2%      7,1%      52,2%    58,9%

Ravenna              446         0,4%      7,1%      69,3%    80,3%

Vercelli 150         0,1%      7,0%      68,0%    74,0%

Rimini   392         0,3%      7,0%      59,4%    81,1%

Forli’ -Cesena    409         0,4%      6,9%      68,5%    76,5%

Ferrara 364         0,3%      6,5%      69,2%    82,7%

Brindisi 152         0,1%      6,5%      45,4%    51,3%

Pesaro e Urbino               408         0,4%      6,5%      54,4%    60,0%

Rovigo  202         0,2%      6,4%      69,8%    75,2%

Chieti    224         0,2%      6,4%      48,7%    44,6%

Trento  403         0,4%      6,2%      55,6%    79,9%

Cuneo  531         0,5%      6,2%      70,8%    76,1%

Aosta    116         0,1%      6,1%      52,6%    64,7%

Campobasso     87           0,1%      5,9%      40,2%    44,8%

Udine   501         0,4%      5,3%      38,7%    59,1%

Gorizia  110         0,1%      5,3%      37,3%    53,6%

Totale   114.009                100,00%               12,4%    68,5%    78,1%

Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati INPS

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “sebbene il lavoro domestico sia tuttora in gran parte gestito da donne – in Italia come nel resto del mondo – la componente maschile è tutt’altro che marginale, soprattutto in alcune realtà territoriali. È importante quindi tenerne conto quando si affronta il tema: “i colf” e “i badanti” sono figure professionali con caratteristiche molto diverse rispetto a quelle femminili, e necessitano quindi di servizi e tutele particolari.

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