Crisi sale cinematografiche. Il ripristino del comsumo di cibo e bevande nei luoghi di spettacolo dal prossimo 10 marzo non basta

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I numeri sono un grido dall’arme dell’Associazione nazionale esercenti cinematografici (Anec) sono da profondo rosso. Da una conferenza stampa tenutasi ieri in coordinamento con le rappresentanze dellpesercizio cinematografico ACEC e FICE, ha chiesto una road map governativa.

Nel 2021 il box office ha segnato un incasso di 169 milioni 395 mila euro, con 24.801.770 presenze, rispettivamente un meno 71,39 per cento e un meno 73,03 rispetto al 2019, l’anno d’oro che doveva segnare il Rinascimento del cinema italiano.

l’Associazione degli esercenti torna a denunciare “l’immobilismo istituzionale” che sta compromettendo la sopravvivenza delle sale cinematografiche. “A distanza di 24 mesi dalla chiusura dei primi cinema, ancora oggi le misure imposte agli esercenti del settore sono le più restrittive applicate e continuano, inspiegabilmente, a limitare le attività all’interno dei cinema, minando la fruizione del grande cinema da parte degli spettatori“. Pur rilevando un “primo segnale di allentamento, l’emendamento approvato il 17 gennaio in Commissione Affari Sociali alla Camera che dispone il ripristino del consumo di cibo e bevande nei luoghi di spettacolo dal prossimo 10 marzo“, questo da solo non basta.

La crisi è dovuta sicuramente alle chiusure, alle restrizioni, alla concorrenza spietata delle piattaforme, ma anche, come ha sottolineato il presidente dell’Anec Mario Lorini, ad un prodotto italiano che non ha dato i risultati sperati: “In Italia nel 2021 sono usciti 353 film, 153 dei quali di produzione nazionale, una presenza importante ma che ha rappresentato solo il 20 per cento della quota di mercato (nel 2020 aveva rappresentato il 56 per cento degli incassi)”.

L’esercizio cinematografico chiede non solo alle istituzioni quindi “uno sforzo collettivo alla produzione, agli autori e agli artisti italiani per non lasciare che prevalga il consumo domestico di film, e per non limitare i segnali di ripresa del mercato al prodotto internazionale“.

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