Un dibattimento che scuote e tiene con il fiato sospeso e fa sperare gli Stati conservatori, che puntano a limitare per quanto possibile quel diritto.
Sono trascorsi più di cinquant’anni da quandonegli Stati Uniti du legalizzato l’aborto, i sostenitori di quel diritto temono che la più alta corte approfitterà di una legge in Mississippi per rompere il precedente stabilito cinque decenni fa e consentire a ogni Stato di regolamentare quel servizio a piacimento.
I giudici sono chiamati a esaminare la legittimità della controversa legge sull’aborto adottata nel 2018 dallo Stato, che vieta alle donne di abortire dopo 15 settimane di gravidanza.
A decidere sarà La Corte composta da nove membri – tra i quali sei giudici conservatori che e ascolterà gli avvocati dell’unica clinica per aborti del Mississippi, un edificio dipinto di rosa che nelle ultime settimane è stato travolto dall’afflusso di decine di pazienti dal vicino Texas, dove a settembre è entrato in vigore un veto quasi totale all’aborto.
Forti della situazione legislativa in Texas e nel Mississippi, una dozzina di Stati conservatori che hanno già varato leggi che stabiliscono il divieto all’aborto a partire da 6, 8, 10 o 12 settimane, ora attendono il via libera della Corte costituzionale per attuarla. Una dozzina di altri Stati sono pronti a muoversi nella stessa direzione.
Forti della situazione legislativa in Texas e nel Mississippi, una dozzina di Stati conservatori che hanno già varato leggi che stabiliscono il divieto all’aborto a partire da 6, 8, 10 o 12 settimane, ora attendono il via libera della Corte costituzionale per attuarla. Una dozzina di altri Stati sono pronti a muoversi nella stessa direzione.
Rosario Murro