La pericolosità delle vipere è stata molto sopravvalutata fino a pochi anno fa, ma è importante sapere come evitare di essere morsi e quali sono le cure quando questo accade.
Ieri pomeriggio nella parte bassa di Strettura , sono state avvistate due vipere di grosse dimensione a distanza di 2o minuti una dall’altra. I due rettili “pascolavano” lungo il corso del fosso raccolta acqua piovana Bonifica tevere-nera , nella parte bassa del paese , nei pressi del ponte per raggiungfere la località Casigliano.
Con le temperature calde , si ripropone il solito problema. Ecco Alcuni consigli.
Intanto come come distinguere una vipera:
la vipera comune (vipera aspis) è nota anche come aspide ed è il più diffuso e più velenoso viperide presente in italia (tranne che in sardegna), ma è anche diffuso in francia centro-meridionale (non in corsica), svizzera e nel nord della spagna.
Come tutti i viperidi, ha un corpo tozzo che rivela con il suo netto assottigliamento l’ inizio della coda. Non è un serpente di grandi dimensioni: in media è lunga 60-65 cm e anche gli esemplari più grossi non arrivano al metro.2La testa è tipicamente triangolare, se vista dall’ alto, con due rigonfiamenti laterali alla base della teste per fare posto alle ghiandole velenifere. Questo particolare distingue la vipera dalle bisce e dagli altri serpenti colubridi italiani ed europei (tutti innocui) che hanno la testa affusolata, non più larga del resto del corpo.
Un altro particolare che differenzia la vipera comune dalle altre specie simili dai serpenti innocui sono le sue pupille ellittiche e verticali, mentre sono tonde nei colubridi come le bisce.
La pelle del corpo ha un bel disegno marrone o grigio con motivi neri a strisce o con macchie isolate che permettono a questo rettile di mimetizzarsi bene sul terreno e tra la vegetazione.3Anche la conoscenza del suo habitat ci aiuta ad evitare incontri pericolosi. La vipera si trova infatti nelle zone sassose, con o senza vegetazione erbosa ed arbustiva, dove può trovare facilmente ripari e tane sottoterra o tra le pietre; nei prati e, comunque, nelle zone assolate dove può prendere facilmente il sole per riscaldarsi, dato che è un rettile a sangue freddo.
La vipera può trovare facilmente riparo anche in strutture create dall’ uomo come i muri a secco, le cataste di legname, i ruderi, le cave o le massicciate delle linee ferroviarie.42) quando una vipera può mordere quindi, se ci troviamo in aree come queste, tastiamo il terreno intorno a noi con attenzione con un bastone di legno prima di sederci, non infiliamo le mani tra le pietre e non rivoltiamole perchè proprio lì sotto può esserci una vipera. Il consiglio vale soprattutto per i bambini che amano giocare e curiosare quando sono in campagna e sono i più sensibili agli effetti del veleno della vipera per il loro ridotto peso corporeo. Anche gli anziani sono più a rischio per via del loro fisico più debole e i soggetti allergici.5Proprio questa è una delle circostanze in cui la vipera si sente più disturbata: quando mettiamo le mani nella sua tana o la scoperchiamo e bisogna anche capirla. Negli stati uniti autorizzano addirittura a sparare senza farsi problemi se qualcuno entra in una casa senza autorizzazione.
L’ altra circostanza in cui può reagire mordendo è quando arriviamo quasi a pestarla con i piedi protetti solo da scarpe basse o addirittura a piedi nudi. Anche questa è una reazione difensiva ovvia della vipera che non giustifica le tante esagerazioni e leggende sulla sua pericolosità.
Al contrario, è un animale prudente e non aggressivo che preferisce quasi sempre la fuga o il mimetismo alla lotta e non va sicuramente a cercarci per morderci. Chiaramente, se ci sediamo proprio sulla sua tana…
Quindi, basta fare attenzione a dove mettiamo i piedi e le mani; se facciamo escursioni nelle aree sopra descritte in cui le vipere possono essere di casa, indossiamo scarponi alti, anfibi o stivali in gomma, calze di cotone e pantaloni lunghi di tela.
Se raccogliamo funghi o bacche tra gli arbusti o in mezzo all’ erba, meglio indossare un paio di guanti da lavoro molto robusti, fare rumore ed agitare l’ erba con un bastone per fare fuggire qualsiasi vipera.6La vipera è attiva nelle ore calde, quando la temperatura del suolo supera i 25-27°c e dalla tarda estate al primo autunno. Col freddo, preferisce riposarsi in tane sotterranee anche per 6-7 mesi.
Notiamo che le vipere non sono stupidamente violente come spesso accade per gli esseri umani; nella stagione dell’ accoppiamento (in primavera), i maschi lottano tra loro per la precedenza nell’ accoppiamento, ma senza mai mordersi perchè facilmente si ucciderebbero a vicenda. Invece, praticano una prova di forza ritualizzata, sollevando il collo e attorcigliandolo l’ uno con l’ altro.73) il veleno della vipera e’ un veleno con principi attivi sia neurotossici (nocivi per il sistema nervoso) che emotossici (distruttivi per il sangue), ma è attivo soprattutto per catturare topi, piccoli uccelli, anfibi e rettili paralizzandoli e iniziando la digestione dei loro tessuti subito dopo il morso grazie alle tossine emotossiche.
Per l’ uomo, come per tutti gli animali di grossa taglia, il morso della vipera è raramente mortale e soprattutto per i soggetti a rischio riportati nel paragrafo precedente, se i soccorsi e le cure tardano per molte ore.
La scarsa mortalità del veleno si spiega anche con la quantità di veleno che una vipera adulta può arrivare ad inoculare con un morso, circa 20 mg, mentre la dose letale per un uomo adulto dovrebbe aggirarsi intorno a 40 mg.84) il siero antivipera alcune volte, il morso della vipera inocula poco veleno o nulla del tutto e questo rende necessaria la somministrazione del siero antivipera solo nel 10-20% dei casi in cui si viene morsi.
Questo siero non è facile da somministrare e si consiglia di farlo solo dopo essere arrivati in ospedale, sotto controllo medico. Occorre fare infatti un’ iniezione endovenosa lenta e c’ è il rischio di una shock anafilattico.
E’ invece meglio immobilizzare con stecche di legno il braccio o la gamba colpiti per evitare di far diffondere il veleno velocemente nel resto del corpo per mezzo del sangue e farsi trasportare al più vicino ospedale o ambulatorio attrezzato dai compagni di escursione o, molto meglio, dal pronto intervento del 118 con l’ elicottero.
Qui verrà deciso se è il caso di somministrare il siero dopo circa 8-12 ore in osservazione, nel caso che il veleno provochi sintomi rilevanti come un cambiamento della capacità di coagulazione del sangue, aritmie cardiache, disturbi gastrici e intestinali seri e persistenti o forte gonfiore della parte colpita e perdita dei sensi.
Quindi, portare il siero con sè in un escursione come si faceva una volta viene oggi decisamente sconsigliato a favore della somministrazione nell’ ambiente ospedaliero, anche perchè è diventato molto difficile e costoso trovarlo; solo gli ospedali e alcuni veterinari riescono ad ottenerne delle piccole scorte acquistandolo all’ estero.
Il siero, infatti, è stato tolto dal commercio nel 2006 dalle autorità sanitarie italiane per motivi non chiari.9Esisteva anche un siero antivipera per cani, visto che sono soprattutto i cani piccoli, al di sotto dei 15 kg di peso ad essere facilmente uccisi dal morso di una vipera dopo 1-2 giorni di agonia, se sono colpiti quando li portiamo con noi in escursione. Oggi sembra veramente difficile trovare un veterinario con un siero antivipera per cani pronto per l’ uso. I sieri sono prodotti salva-vita, ma vengono considerati dalle nostre autorità come un prodotto di lusso; così diventa imbarazzante consigliare di portare il nostro cane con noi durante un’ escursione, specialmente se non ha mai conosciuto una vipera e non è consapevole dei pericoli che corre già mettendo il naso dappertutto. Per l’ uomo, occorre sperare che il più vicino ospedale abbia il siero, senza essere “palleggiati” anche per questo motivo da un ospedale all’ altro e rischiare veramente di lasciarci la pelle.10Riguardo a questo prodotto farmaceutico, occorre sapere non è una sostanza del tutto innocua perchè è un preparato a base di immnoglobuline tratte dal siero del cavallo. Si tratta quindi di una coltura di proteine del sistema immunitario che inattivano gli enzimi tossici (anch’essi proteine) del veleno, ma va somministrato con cautela perchè proprio queste immunoproteine possono dare reazioni allergiche se il soggetto è sensibile.
Chiaramente, anche la ricerca di nuovi sieri più moderni (tanto per cominciare, prodotti con immunoglobuline umane per limitare reazioni negative e rigetto) sembra ferma, forse a vantaggio di sieri per serpenti ben più velenosi dei paesi tropicali per la cui vendita c’è più “business”.