‘Il nostro disavanzo viene da lontano… Ora un piano di rientro serio e credibile’
Per restare solo ai casi più noti, resi pubblici dal “Sole 24 ore” circa due settimane fa:
– Milano: il buco è di 500 milioni
– Catania: 528 milioni
– Roma: 864 milioni
E ce ne sono mille altri. In Sicilia per esempio mezza regione è in default, Taormina, sta per crollare sotto il peso di 50 milioni di debiti.
La spiegazione più semplice, quella che circola anche in alcuni luoghi della nostra città, è quella più tradizionale: “tutta colpa dei sindaci spendaccioni”, come nel caso di Alessandria dove da oltre un anno i Commissari gestiscono le conseguenze del dissesto.
In realtà la situazione è ben diversa. Non da oggi la crisi della finanza pubblica si è spostata a livello locale e i Comuni sono stati elevati a ruolo di esattori per restituire una certa credibilità finanziaria all’Italia. L’insieme dei servizi comunali fondamentali (trasporti, sociale, asili) erano in larga parte finanziati dai trasferimenti dello Stato che ora non arrivano più. I sindaci hanno due strade solamente: tagliare i servizi o andare incontro al default spendendo soldi che non hanno ed emettendo fatture che non salderanno mai. Questo non è, come ho già detto più volte, il nostro caso perché noi in questi quattro anni abbiamo garantito i servizi essenziali razionalizzando la spesa con tantissime azioni e misure. Né il nostro caso è uguale ad Alessandria o agli altri mille comuni italiani perché il disavanzo che abbiamo accertato, lo ribadisco, viene da lontano. Quello che oggi ci accomuna alla difficilissima situazione di tutti i comuni italiani è che tutti si trovano a dover approvare i bilanci di previsione entro il 30 novembre 2013 avendo lavorato in dodicesimi. Peccato che le risorse per il 2013 sono inferiori a quelle dello scorso anno e per di più noi dobbiamo approntare un piano di rientro serio, credibile e puntuale. In primo luogo noi siamo doverosamente chiamati a verificare il notevole lavoro svolto in questi quattro mesi, vuoi perché ce lo hanno chiesto i revisori dei conti che attendono delucidazioni su alcuni riaccertamenti per i quali ritengono di non aver rintracciato sufficienti dati; in secondo luogo perché ce lo ha chiesto la mozione presentata dai consiglieri Hanke e Dominici.
Come è noto una prima verifica sulla praticabilità della proposta Hanke-Dominici l’abbiamo già effettuata presso il Ministero degli Interni, ma siccome è interesse nostro e di tutti i cittadini valutare fino in fondo la possibilità di poter ridimensionare il disavanzo, accogliamo e ribadiamo l’impegno a svolgere ulteriori verifiche tecniche in tempi rapidissimi.
Rispetto alle richieste di chiarimento dei revisori dei conti posso comunicare che gli uffici hanno terminato il lavoro e stanno per trasmettere al collegio dei revisori il riscontro da cui non emergono scostamenti così gravi da farci ritenere che sia necessario rimettere in discussione tutto il lavoro svolto. Rispetto al pagamento effettuato a giugno a favore di Umbria TPL e Mobilità, nei giorni scorsi ho sentito circolare voci circa la ipotesi di un debito fuori bilancio. Tale argomentazione è assolutamente impropria. Posso piuttosto affermare che ciò che abbiamo riscontrato è la non regolarità della procedura effettuata. Abbiamo quindi chiarito che si tratta di un errore e che i mandati riportavano causali imputate a titoli non corretti. Pertanto stiamo provvedendo a riformulare il pagamento in maniera corretta con i titoli idonei. Di tutto ciò abbiamo già avvisato Umbria Mobilità che si è riservata di fare alcuni passaggi con i propri uffici per poi accogliere la nostra richiesta di ripetizione della somma.
BILANCIO e PIANO TRIENNALE DI RIENTRO
Nonostante le oggettive difficoltà che tutti conosciamo e che in gran parte ho già descritto, soprattutto in riferimento al bilancio di previsione 2013, che di fatto è un consuntivo dentro al quale dobbiamo prevedere anche una quota parte del piano di rientro triennale, posso annunciare che la Giunta e i dirigenti, permanentemente riuniti da giorni grazie anche allo straordinario impegno di coordinamento della Dott.ssa Nichinonni, hanno definito una proposta che ad oggi quadra. Mancano alcuni piccoli aggiustamenti, ma dai primi giorni del mese di novembre saremo in grado di presentare formalmente la proposta di bilancio con il contestuale piano di rientro. Il piano di rientro non presenta straordinari tagli o incredibili rinunce. Certo, contiene sacrifici, ma è impostato in modo tale che questi sacrifici diventano soluzioni di prospettiva per un futuro migliore delle casse comunali e delle condizioni della città. Nel piano sono inseriti progetti e azioni che cambiano le modalità di gestione aprendo obiettivi raggiungibili di miglioramento della qualità dei servizi e della loro sostenibilità e producendo risparmio. Le nuove modalità di gestione vogliamo metterle a punto coinvolgendo i cittadini. Altro elemento da non trascurare è la ridistribuzione della spesa sui cittadini senza rinunciare all’applicazione di un valore irrinunciabile: l’approccio sociale all’economia. Faccio alcuni esempi: sapete che questa Amministrazione ha condotto in porto un project financing unico nel suo genere, almeno in Umbria. Da questo progetto risulterà un miglioramento della qualità dei servizi di mensa scolastica e di altri servizi sociali correlati. Sul fronte del contenimento della spesa, già nel 2014, otterremo un risparmio di 60mila euro solo per la mensa scolastica. Ebbene stiamo applicando lo stesso metodo, e il progetto è stato già confrontato e concertato con gli attori dello sport, alle modalità di gestione dell’impiantistica sportiva. Attenzione. Non si tratta semplicemente di incrementare le tariffe per fare cassa e quindi portare denaro “fresco” al piano di rientro. Ma stiamo lavorando per cambiare, insieme al mondo dello sport e del sociale, le modalità di gestione per arrivare sia a valorizzare gli impianti che a ridurre l’attuale spesa di bilancio. In estrema sintesi data 100 l’attuale spesa per la gestione dell’impiantistica sportiva, a progetto realizzato, questa spesa si ridurrà al 10 per cento dell’attuale. In questo contesto le tariffe dei servizi verranno incrementate, anzi devo dirvi che la Giunta nei giorni scorsi ha adottato un provvedimento con il quale le tariffe complessivamente vengono ritoccate a rialzo per una percentuale di circa il 18%, ma abbiamo inserito nuovi strumenti e misure come gli “abbonamenti lunghi” e le agevolazioni per le categorie protette, gli anziani e i giovani che in molti casi diminuiscono addirittura la spesa a carico degli utenti. Di questo progetto fa parte integrante il Palatenda, per il quale abbiamo soluzioni pronte che presenteremo nei prossimi giorni.
È inevitabile che per quadrare il piano di rientro è necessario agire anche sulle aliquote fiscali. In questo caso è ferma l’intenzione della Giunta di portare al massimo l’IMU sulle seconde case senza escludere tutte le agevolazioni fiscali utilizzabili per casi particolari. Stesso ragionamento abbiamo impostato in Giunta e annunciato in Commissione consiliare per l’applicazione della TARES. Su questa questione, ove venisse accolto l’emendamento presentato dall’onorevole Magda Culotta, siamo pronti a mantenere la TARSU con un incremento del 30% spalmato su tutte le fasce, in modo tale che otterremo la stessa copertura totale del costo dei servizi ma conserveremo il nostro impianto sociale ispirato alla gradualità e progressività. Per cui pagherà di più chi ha di più. Commercianti, ristoratori e venditori ambulanti di mercato non si vedranno quasi triplicare l’imposta ma la vedranno incrementare del 30%.
L’impatto l’abbiamo verificato, ovviamente, anche sulle famiglie e i conti hanno dimostrato che anche il peso da ridistribuire sui nuclei familiari sarà inferiore rispetto all’applicazione della TARES. Le linee guida del piano triennale si completano con un ragionamento sulle entrate dalle opere di urbanizzazione, sul recupero dell’evasione fiscale e sul piano di alienazione. La riflessione sulle entrate dalla Legge 10 muove dall’impostazione del Piano Triennale delle opere pubbliche e dall’applicazione di alcune soluzioni che la Legge consente. Ben consapevoli che non possiamo far ricorso a nuovi mutui – questo è noto da anni per i vincoli del patto di stabilità – e altrettanto consapevoli del fatto che il nostro primo dovere è riportare in equilibrio i conti, abbiamo approntato un piano di opere pubbliche ridotto all’essenziale, ancorato cioè a quelle azioni che non possono non essere fatte perché di somma urgenza o per obbligo di legge. Per il resto continueremo a garantire livelli sufficienti di manutenzione. Le entrate dalle alienazioni non andranno più a sostenere le opere ma il ripiano in contro capitale così come il 50% delle entrate dalle legge 10 andrà a ripiano del disavanzo di parte corrente. Anche qui abbiamo impostato una riflessione che ci ha portato a considerare intervento per intervento e possibilità per possibilità, senza privare la città di opportunità di sviluppo: in pratica lo stesso ragionamento fatto per l’impiantistica sportiva e i servizi sociali. Per fare un esempio concreto, dal piano triennale non toglieremo quelle poste di cofinanziamento che ci potranno consentire l’accesso a finanziamenti regionali o a quelli di altre istituzioni (Europa e Stato).
Da questo punto di vista già abbiamo avviato le interlocuzioni con la Regione Umbria incontrando la disponibilità della Presidente Marini che ha partecipato personalmente ad una nostra seduta di Giunta su disavanzo e piano di rientro. Anche in questo caso però non possiamo pretendere di riavere domani mattina tutti i milioni di euro in gran parte persi o sospesi per progetti non realizzati o non ultimati. Penso ad esempio alla Rocca e all’Anfiteatro, ma sappiamo di poter contare su una concreta disponibilità regionale sulla base di progetti condivisi e credibili, per i quali manterremo le nostre poste di cofinanziamento.
Rispetto al recupero dell’evasione fiscale continuerà l’azione già intrapresa negli anni scorsi, ma con due modifiche sostanziali:
– le somme da recuperare sono state calcolate in maniera assolutamente prudenziale
– le somme stimate saranno accompagnate da fondi svalutazione credito finanziati al 50% nei bilanci di competenza.
Sul fronte del Piano di alienazione il metodo di gestione presenta due novità che riteniamo serie e necessarie per dare credibilità alle azioni. La prima riguarda il crono programma, nel senso che le prime concrete possibilità di vendita del patrimonio non possono riguardare il 2013 e forse nemmeno il 2014. Questo perché c’è da fare un percorso serio con il tempo dovuto se davvero vogliamo essere credibili e alienare parte del patrimonio per ripianare il disavanzo in conto capitale. La seconda innovazione riguarda l’avviso che stiamo pubblicando per la manifestazione di interesse. In questo caso si tratta dell’Azienda Agraria S. Felice di Giano. Prima di procedere con il bando di gara abbiamo ritenuto doveroso fare una rigorosa indagine di mercato che ci consenta di diminuire i rischi e pre – verificare le effettive potenzialità d’acquisto.
RIORGANIZZAZIONE
La relazione del nostro segretario generale è stata puntuale ed esaustiva. Abbiamo appreso la lezione stiamo cambiando il metodo. Non è vero, come ho avuto occasione di dire che tutti i dipendenti comunali sono fannulloni. Tutt’altro. Il punto è che dobbiamo mettere ognuno al suo posto o meglio nel posto più funzionale a lui, per le sue competenze, e all’amministrazione per il suo migliore funzionamento. Se ciò non avviene è poi fin troppo facile affermare che hanno sbagliato tutti! Nella sostanza va riorganizzato il sistema. Ad oggi stiamo già lavorando ad una riorganizzazione che si fonda sia sul potenziamento di quei servizi che si sono rivelati troppo deboli, come ad esempio l’ufficio tributi che abbiamo già rinforzato con due unità, sia sulla modifica delle modalità di gestione e comunicazione tra uffici e direzioni.
E’ evidente che in tutto ciò la prima esigenza apicale è la individuazione di un dirigente finanziario.
La D.ssa Nichinonni sta facendo il massimo, ma non possiamo pensare che questa possa essere la soluzione definitiva. Per dare una risposta immediata abbiamo riscontrato la disponibilità della Provincia di Perugia con la quale domani mattina formalizzeremo la convenzione che ci assicurerà l’immediata presenza di un dirigente a supporto dei nostri uffici. Per dare certezza alla struttura comunale, subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2013 avremo le condizioni per procedere immediatamente alla individuazione di un dirigente da inserire in organico.
Ribadisco, fino alla noia, che mentre procediamo sul binario della riorganizzazione stando anche ben attenti a razionalizzare la spesa (la giunta ha già adottato un provvedimento che riduce del 30% l’indennità di posizione dei dirigenti), non ci esimiamo dall’adottare tutte le sanzioni disciplinari nei confronti di coloro che hanno sbagliato. Ma ripeto che non si può e non si deve fare di tutta l’erba un fascio.
LE VALUTAZIONI POLITICHE DEL SINDACO
Nonostante il bilancio di previsione 2013 sia pressoché quadrato; nonostante siano pressoché pronte le linee guida del piano di rientro che prescindono dalla sua entità, nel senso che qualora il disavanzo fosse tecnicamente riducibile, ferme le linee individuate, vorrà dire che avremo una maggiore agibilità finanziaria da destinare ai cittadini sotto forma di aumento della qualità dei servizi
Io non intendo ritirare le mie dimissioni fintanto che non cessi una strumentalizzazione becera che dopo mesi e mesi mi ha veramente stancato. Solo quando incontrerò la disponibilità sufficiente per condividere con eguale responsabilità di fronte alla città e ai cittadini la manovra che abbiamo approntato e solo quando avrò trovato gruppi e consiglieri pronti a sedersi con me con la Giunta e con i Dirigenti per mettere a punto insieme e condividere il bilancio di previsione e il piano di rientro, solo allora mi renderò disponibile a concludere questa legislatura.
Attenzione però, anche in questo poco tempo che va da oggi ai primi giorni di novembre, se nel fare tutto ciò, continuerò ad essere considerato di intralcio al commissario prefettizio, anche da componenti della mia stessa maggioranza, ugualmente non ritirerò le dimissioni.
Ritengo assolutamente serio e responsabile l’intervento del capogruppo del PD come del dott. Hanke e di Dominici perché i loro interventi dimostrano che chi è stato votato dai cittadini sa assumersi fino alla fine la propria responsabilità, non scappa, non china il capo, non abbandona la nave.
Chi più di me, che come ogni sindaco è stato votato da tutti i cittadini, può misurare se stesso con questo dovere di responsabilità?
Ribadisco il Commissario prefettizio non è il diavolo. Anzi forse è più competente di un sindaco e di tanti assessori e consiglieri. Ma NOI siamo stati eletti e noi dobbiamo rendere conto.
Sia chiaro che qui siamo in presenza di eletti che per questioni meramente strumentali, di cui sono nauseato, preferiscono far cadere una Amministrazione democraticamente eletta su un disavanzo ripianabile che Non è disastro, Non è default, Non è dissesto né pre-dissesto e che viene da lontano, solo ed unicamente per attrezzarsi meglio alla campagna elettorale.
Inserisco l’ultimo argomento. Chi ci assicura che il commissario rimanga solo il tempo che ci separa da oggi alla prossima scadenza elettorale? Spulciando i libri di storia di Spoleto ho ritrovato una vicenda che vale per ieri per oggi e per domani.
Non tutti lo ricorderanno, ma questa città è stata già commissariata. Tra 1966 e 1967, dopo l’esperienza fallimentare della maggioranza allora eletta, il Commissario Vaccaro prese in mano le sorti della città per circa un anno.
Tre sole considerazioni: erano gli anni del boom, un recente studio di una università italiana dimostra che in quei 10 anni tra il 60 e il 70 gli italiani videro raddoppiare la media del proprio reddito pro capite. Gli spoletini al contrario videro l’inizio di un periodo brutto, vennero privati dell’opportunità che ebbero tanti altri italiani perché non videro raddoppiare il proprio reddito, ma anzi da quel periodo iniziano debolezze strutturali che ci portiamo ancora dietro, che hanno lì le loro radici. Per fare un esempio nel periodo del Commissario l’industria ELLESSE voleva insediarsi a casa nostra, ma fu impossibile perché il Commissario non aveva la podestà per modificare le necessarie nome urbanistiche e allora l’ELLESSE si insediò a Perugia.
Sia chiaro che se si dovesse ritornare a quella situazione del Commissario prefettizio, allora si assuma la responsabilità chi voterà la sfiducia a questa Amministrazione , e i cittadini si ricordino bene chi ha votato per farci cadere.