Imprese italiane: in tanti gettano la spugna. Umbria , preoccupante il saldo negativo

L’Italia non è più il Paese delle piccole IMPRESE diffusa e capillare, il dato del 2016 è sconfortante:  CHIUSE 316 mila Imprese!

 

Dietro di noi  la Spagna con poco più di 271 mila, il Regno Unito con circa 260 mila, e poi la Germania con 217 mila. Quanto a nuove nascite: Ci superavano Regno Unito, Francia, e persino Spagna, nonostante i 14 milioni di abitanti in meno.

Nel primo semestre 2019 , l’Umbria perde altre 113 aziende artigiane. Facendo una comparazione tra quelle che abbassano la saracinesca e quelle nate in Italia sono 6.500 le cessazioni

In particolare in Umbria, tra gennaio e giugno sono state registrate 737 nuove aziende artigiane, ma a chiudere i battenti sono state di più, ossia 850.

Nel 2009 in Umbria , secondo i dato si contavano 24.327 imprese, mentre nel 2018 gli artigiani attivi nella regione erano 20.594, con un saldo negativo di 3.733 e un arretramento del settore del 15,3 per cento. La  crisi patita in Umbria dal comparto è tra le più pesanti d’Italia: peggio negli ultimi dieci anni fanno soltanto Sardegna (-18 per cento) e Abruzzo (-17,2).

Statistica  disarmante , poco incoraggiante che lascia enormi  perplessità.

Rilanciare subito questo settore è una priorità!  Opportunio,   abbassare le imposte e alleggerire il peso della burocrazia; Creare uffici  e personale competente all’interno delle Associazioni di Categoria, mettendo da parte le diatribe interne, formando una Seria Rete Regionale con incarichi specifici nei Settori;   Rivalutare il lavoro manuale con robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico della Regione , ma soprattutto combattere il Lavoro Nero.

 

 

 

Rosario Murro