Così nell’aula del Senato ieri dopo lo stop alla mozione dei cinquestelle contro la Tav. La mozione contraria alla Tav è stata bocciata dal Senato con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110.
Governo diviso e la maggioranza si spacca
Subito dopo Palazzo Chigi si è tenuto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini.
Nel colloquio con il premier Conte il leader leghista, secondo quanto viene riferito, avrebbe posto le proprie condizione per andare avanti: una rivoluzione nel governo, con nomi nuovi e un “contratto” rivisto e corretto in salsa leghista, o è meglio finirla qui, subito. E non arrischiarsi neanche ad avviare un’impresa impervia come quella di scrivere, da separati in casa, la prossima manovra.
Luigi Di Maio vede i suoi da fuori, giungono le voci più disparate, come quella – alimentata da qualche parlamentare leghista – che ipotizza le urne il 6 o il 13 ottobre. Ma in casa M5s, dove le ansie crescono con il passare delle ore, è a un rimpasto che ci si prepara.