Una situazione amministrativa non più sostenibile. Centinaia di Comuni impossibilitati a spendere tutte le somme previste in bilancio, cioè quelle già incamerate attraverso le tasse dei cittadini. Così, in un paradosso che risulta ancora più evidente in tempi di crisi economica e di minori trasferimenti dallo Stato centrale agli enti locali, vengono maturati cospicui avanzi di amministrazione. Così in tanti Comuni con i Sindaci che hanno tentato lo sblocco delle somme ferme nella Casse dello Stato. Risorse che ora potrebbero essere messe a disposizione, sulla base delle nuove regole dei bilanci municipali, per finanziare interventi su scuole, strade, infrastrutture civiche, sostegno alle famiglie. Insomma, per ridare respiro alle politiche dei sindaci, da anni impacchettati nei vincoli del patto di stabilità.
Per ovviare al problema , tanti Comuni sono corsi ai ripari cercando nuove risorse tramite la vendita degli immobili di proprietà negli ambiti dell’edilizia Popolare.
“Anche a Spoleto servirebbe un piano di alienazione degli immobili popolari di proprietà comunale. quelle effettivamente vendibili , una soluzione per fare Cassa . L’offerta consentirebbe agli inquilini di vecchia data e ben disposti ad acquistare gli appartamenti di proprietà pubblica non ristrutturati da almeno trenta anni”, lo afferma Rosario Murro , coordinatore comunale Fratelli d’Italia. “ Anche nella nostra Città , ci sono inquilini che intendono acquistare gli immobili Ater-Comunali. “Si potrebbe fare cassa e reinvestire il danaro nell’edilizia locale attuando un piano casa pluriennale per la realizzazione nuovi alloggi. In pratica , un sistema locale Scacciacrisi fornendo una boccata d’ossigeno a tante Imprese locali . Nonostante la vendita, il patrimonio di edilizia residenziale pubblica del Comune non diminuirà, anzi sarà incrementato”.
Proporre agevolazioni, favorite, anche, da accordi che il Comune potrebbe stipulare con alcune banche, ad esse si affiancheranno alcune limitazioni per evitare speculazioni: l’immobile comunale non potrà essere rivenduto prima di dieci anni, ad eccezione di deroghe previste. Per evitare speculazioni, sulle case poste in vendita con scopi sociali, il Comune manterrà comunque, in caso di vendita successiva, il diritto di prelazione allo stesso prezzo dell’originaria cessione”