Il triste Natale dei lavoratori umbri

Natale è alle porte , come lo passeranno le tante famiglie e lavoratori dell’Umbria senza lavoro, senza stipendio e quelli in cassa integrazione?

Il futuro, senza la sicurezza e senza lavoro. In alcuni casi l’accelerazione tecnologica e macchine intelligenti sostituiranno la manovalanza degli operai . Una rivoluzione economica in arrivo , o una sostituzione etnica?

Per qualcuno sarà una festa, per altri – molti purtroppo – un giorno buio senza alcuna alternativa.

Senza lavoro non c’è dignità, si ripete da anni lo slogan che sintetizza una situazione di prostrazione economica e psicologica che è diventata ancora più pesante da quando ad aziende storiche quali la Ex Perugina (oggi Nestlè) e della Colussi , si sono aggiunte le precarietà della IMS Isotta Fraschini (Ex Pozzi) 120 lavoratori settore ghisa in cassa integrazione straordinaria (fino a marzo 2018) , 80 quelli del settore alluminio ( 31 ottobre 2017), per questi si presume l’attivazione della NASpI una indennità che andrà a coprire per un tempo definito l’uscita dal lavoro. Ma quella attivazione, seppure non lascerà senza respiro i lavoratori, sarà anche la dichiarazione di morte definitiva dell’azienda. La Maran Service con gli oltre 400 dipendenti (foto) in attesa di stipendi e tredicesima , infine la Ex Novelli: per l’azienda avicola umbra passata ad Alimenti Italiani è tutto fermo per la ricollocazione mirata. Il futuro lo deciderà presto il tribunale di Castrovillari, chiamato a esprimersi sul concordato del gruppo Greco.

Il lavoro delle organizzazioni sindacali e dei comitati spontanei impegnati in una lotta è diventata impari. Tutti hanno trovato nelle numerose trattative tanti ostacoli in un momento così particolare di altissima crisi occupazionale aggiungendo all’elenco l’Informatica Umbra e la Cementir per un totale sul territorio spoletino di quasi 1000 posti di lavoro che sono pericolosamente in bilico.

Secondo le statistiche pubblicate dal Cna, il tasso di disoccupazione è passato dal 4,5% all’attuale 10,5% del 2017. Tradotto in esseri umani vuol dire: 24 mila disoccupati in più in attesa di nuovi sviluppi mentre resta la frustrazione dei tanti lavoratori; il tasso di disoccupazione è passato dal 4,5% all’attuale 10,5% del 2017. Tradotto in esseri umani vuol dire: 24 mila disoccupati in più. Si arriva, sommando vecchi e nuovi, a quota 40mila tra uomini e donne che non hanno lavoro. E le prospettive sono limitate se chi deve produrre ricchezza e lavoro è sempre di meno come numero (aziende, imprese, artigiani…).

Un Natale avvolto dalla crisi delle tante famiglie che vivono nell’insicurezza e nelle tragedie economiche , ma che ancora confidano da quanto riportato dall’Art.1 della nostra Costituzione << L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro>>. Il diritto al lavoro è
riconosciuto a tutti i cittadini ed è compito dello stato eliminare tutti quelli ostacoli che ne impediscono l’esercizio<<.

Rosario Murro