Vuoi avere un bambino? Corri!

 

Vuoi un bambino? Fai sport!

Fare movimento circa cinque volte a settimana aiuta le donne che vogliono avere un bambino. Attenzione però: bisogna trovare il modo giusto e non esagerare “Devi assolutamente fare attività sportiva!” Se per ogni volta che hanno sentito questa frase gli avessero dato anche solo un euro molte di noi sarebbero ricche. Sport e routine sono spesso un vero e proprio binomio impossibile, o meglio possibile solo a patto di essere seriamente motivate.

Adesso però c’è un motivo in più per cercare di muoversi un po’: una ricerca compiuta dalla Boston University, e pubblicata su Fertility and Sterility, ha dimostrato che fare attività fisica aiuta a rimanere incinta, ovviamente a patto di non esagerare. Un incentivo che, probabilmente, convincerà anche le più pelandrone a calzare un bel paio di scarpe da ginnastica (e non per fare shopping più comodamente).

Lo studio in questione ha coinvolto 3500 donne di età compresa fra i 18 e i 40 anni che ne corso dei dodici mesi precedenti all’osservazione avevano tentato di rimanere incinta e ha fatto emergere come bastino cinque ore di esercizio fisico moderato a settimana per incrementare le possibilità di concepire del 18% rispetto alla media. Non c’è quindi nessun bisogno di lanciarsi in maratone di jogging o in corsi intensivi di aerobica che, per altro, sortirebbero l’effetto contrario: basta camminare, usare le scale invece dell’ascensore, fare un giro in bicicletta o addirittura le pulizie.

Attenzione però: questa non è affatto una regola generale valida sempre e comunque. Lauren Wise, autrice della ricerca, ha voluto specificare che bisogna sempre considerare le percentuali di massa magra e di massa grassa prima di capire qual è il tipo di attività adeguato. Le cinque ore di cui sopra sono infatti l’ideale per una donna normopeso ma possono diventare un problema per donne obese o sottopeso. Proprio per questo prima di farsi cogliere dal facile entusiasmo che certe notizie possono destare è sempre meglio confrontarsi con il proprio ginecologo.

fonte: www.libero.it