Negli ultimi anni di amministrazione, la politica spoletina ha abituato chi la racconta e chi la legge a non stupirsi più di nulla:
e tuttavia, ogni volta, i rappresentanti istituzionali locali riescono a superarsi. Oggi pomeriggio il consiglio comunale di Spoleto era chiamato a discutere il bilancio consuntivo 2012, per approvare il quale il termine ultimo è del 30 aprile, prorogato al 6 maggio in ultima seduta. Ebbene, dei 16 consiglieri su 31 che compongono la ormai super risicata maggioranza, ben cinque non si sono presentati all’appello, lasciando il centrosinistra orfano di un terzo del suo pacchetto. In ordine rigorosamente alfabetico, a far mancare il proprio “presente” in aula sono stati Brozzi (Pd), Catanossi (Pd), De Angelis (Città Unita), Piccioni (Psi) e Rutili (Pd). Agli undici “superstiti” della maggioranza si sono aggiunte le presenze di Campagnani, Hanke e Spedalieri (Terzo Polo) e quella di Cardarelli (Rinnovamento), per un totale di 15 consiglieri, vale a dire giusto giusto uno in meno rispetto al numero legale.
In altre parole, neanche con quattro stampelle – gentilmente offerte dall’opposizione – il centrosinistra riesce a tenere aperti i lavori. Il che, se la politica vuole (anche) dire numeri, si traduce in un qualcosa che appare riduttivo definire crisi. Per la cronaca, due dei cinque consiglieri di maggioranza assenti all’appello (Catanossi e De Angelis) si sono presentati qualche minuto dopo l’avvenuta sospensione della seduta da parte della presidente Cristofori. La quale, come estremo tentativo, ha cercato di accoglierli fra i presenti per dare il via al dibattito, immediatamente fermata dal capogruppo di opposizione Angelo Loretoni.
Ma la sostanza non cambia. Che siano stati tre oppure cinque gli assenti, nessuno dei quali – menomale -risulta impossibilitato a prendere parte ai lavori per motivi di salute, il succo del discorso è che una fetta di maggioranza non condivide, o per lo meno snobba, oppure ancora prova imbarazzo per le scelte operate dalla giunta comunale. Al punto da abbandonare Benedetti e i suoi assessori al loro destino proprio nel giorno in cui si discuteva il bilancio consuntivo 2012. Oppure le ragioni sono di altro genere? Difficile stabilirlo. Come pure difficile stabilire la natura degli impegni a causa dei quali i tre esponenti di maggioranza non sono giunti in consiglio comunale, visto che il regolamento del consesso è lacunoso in materia di assenze giustificate.
Ad ogni modo, quello andato in scena oggi altro non è se non l’ennesimo, triste, vergognoso teatrino istituzionale che caratterizza una compagine politica da tempo sfibrata, che non sembra trovare altri punti di comunione al di fuori del controllo di alcune dinamiche della città e del territorio, ma che in quattro anni di vita non è mai riuscita a fare realmente squadra.
L’ultimo appello per la giunta Benedetti e per la sua risicatissima maggioranza è per lunedì prossimo, 6 maggio, sempre in prima convocazione dato che all’ordine del giorno ci sarà ancora il bilancio. Non dovesse passare in quell’occasione, per il Comune di Spoleto si spalancherebbero le porte della procedura che conduce al commissariamento prefettizio, con tanto di ultimato di 20 giorni trascorsi i quali il consiglio verrebbe sciolto. Un’ipotesi, quest’ultima, che un tempo era ritenuta disastrosa per qualsiasi città ma che oggi, a Spoleto, potrebbe essere vista come la fine di un incubo imbarazzante per più di qualche consigliere di maggioranza.
Daniele Ubaldi