Assenza di servizi igienici con strutture fattiscenti. Lunghe attese per lo scarico delle merci, in sosta in piazzali polverosi d’estate e fangosi d’inverno.
In Italia si continua a parlare della carenza di autisti di camion ma, il problema e la soluzione ben altro e consiste nel restituire dignità e rispetto alla professione, nel far comprendere all’opinione pubblica ma anche a coloro che offrono lavoro tramite committenze che tutti i lavori hanno un valore sociale, una dignità.
Ai camionisti occorrerebbe dare un “titolo professionale “ che faccia adeguatamente percepire a milioni d’italiani l’importanza di questa professione e per quelli anche giovani che scelgono questo lavoro verrebbero considerati “importanti” e forse rispettati.
Oltre sicuramente al guadagno per una tipologia di lavoro massacrante e di sacrifici come questo la paga dovreebbe essere adeguata al rischio della professione.
Ma oltre alla paga , i rischi , quali difformità emergono quando si raggiungono i luoghi di destinazione e dello scarcico:
Quando si raggiunge una destinazione per scaricare le merci di varie tipologie, in questo caso gli autisti non vengono trattati secondo le regole di educazione, lasciati in sosta in aree fangose d’inverno , d’estate polverose con attese lunghissime che spesso superano le 6 -8 ore . Le ore diminuiscono per la campionatura e scarico delle merci per cui ogni autista spesso è costretto ad attendere il turno dopo 4-6 ore.
Nelle lunghe ore d’attesa i camionisti nei piazzali non hanno modo di avere i servizi igienici a disposizione i servizi ci sono , sporchi e fattiscenti.
A nulla servono le richieste degli autisti rivolte alle aziende di migliorare i siti igienici e renderli sanitariamente fruibili.
Lasciati lì nei piazzali con la loro inventità di come risolvere qualsiasi urgenza fisiologica.
Per conludere , riteniamo che la categoria degli autisti ha una dignità così come gli altri settori lavorativi; Non essere costretti ad attendere tempi di scarico lunghissimi che possono ledere il fisico che porta a stanchezza e perdità di reattività alla guida dei mezzi pesanti.
Questa storia che abbiamo raccontato , non è una Favola, ma è la pura realtà ed puntualmente si ripete all’interno di un’azienda di Spoleto che tratta produzioni di Olii commestibili.
Passarre dalle parole ai fatti basta un’attimo, è solo questione di buona volonta e rispetto per i lavoratori.