E’ incomprensibile come la giunta non comprenda che sarà una zavorra e non un’opportunità’
Venerdì 19 novembre 2014, una folta assemblea di albergatori spoletini aderenti a Federalberghi-Confcommercio, alla presenza del presidente provinciale Bianconi, e del presidente ConSpoleto Barbanera, si è incontrata all’hotel Arca per affrontare il tema della temuta TASSA DI
SOGGIORNO, recentemente minacciata dal sindaco Fabrizio Cardarelli.
Nonostante i numerosi incontri con la categoria alla quale aveva garantito che non avrebbe applicato l’assurda ulteriore tassa se non con il consenso delle associazioni di categoria.
Gli albergatori ribadiscono che le loro preoccupazioni sono quelle di salvaguardare ed anzi rilanciare l’economia turistica del territorio, ma ritengono che non sia l’ennesima tassa a poter rappresentare una risposta utile ai problemi di bilancio del Comune.
Serve invece per la categoria un impegno condiviso a fare di più e meglio, razionalizzando o tagliando dove opportuno, insieme a tutti i soggetti interessati pubblici e privati.
I dati dimostrano che a fronte di un apparente beneficio economico l?introduzione della tassa produce effetti negativi sull’offerta dell’intero territorio ed in particolare sul mercato dei gruppi organizzati, di conseguenza sarà tutta l’economia locale a subirne un danno: meno turisti, meno lavoro per le attività commerciali e meno occupazione nell’intera città.
E’incomprensibile come l’amministrazione non riesca a capire che la tassa di soggiorno in un territorio come questo finirà col rappresentare una zavorra e non un’opportunità in più.
Gli albergatori ricordano al sindaco, qualora ve ne fosse bisogno, che il tasso di occupazione delle strutture ricettive in città NON ARRIVA AL 30%.
La nostra città Spoleto e l’Umbria in generale non sono paragonabili a destinazioni primarie come Roma, Venezia o Firenze, dove l?occupazione è del 90% e qualunque turista italiano e straniero le ritiene mete irrinunciabili.
La scelta dell’Umbria e ancor più quella di Spoleto possono essere facilmente sostituite con un altro comune o altra regione dove la tassa non viene applicata, non dimentichiamo infatti che specialmente i gruppi organizzati decidono di pernottare in una città o in un’altra per pochi euro di differenza e basterebbe arrivare al comune vicino per non pagare la tassa.
Esempio concreto di questa realtà sono le centinaia di gruppi organizzati che hanno negli ultimi tempi abbandonato Perugia a favore dei comuni limitrofi.
Quello che le imprese del turismo leggono nella fretta del sindaco è purtroppo la totale mancanza di una strategia turistica, ma la sola e fin troppo facile idea di fare cassa.
Le imprese ricettive si dichiarano, insieme a tutte le categorie imprenditoriali, ancora una volta disponibili ad un confronto che veda invece il turismo al centro delle politiche di sviluppo della città e del territorio, a salvaguardia di una situazione economica estremamente difficile, che invece secondo tutti gli indicatori proprio attraverso politiche turistiche di sviluppo potrebbe vedere anche un rilancio occupazionale.
Gli albergatori tornano a proporre un confronto quanto prima all?amministrazione per scongiurare la tassa di soggiorno.
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