Non sono piaciute né alla maggioranza né alle opposizioni le dichiarazioni del vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini.
Un cronista gli chiede un giudizio sulle elezioni in Russia e lui risponde che “quando un popolo vota ha sempre ragione, le elezioni vanno sempre bene, al di là del risultato che otterranno”.
Una dichiarazione che il centrodestra tenta di correggere. Lo fa con il ministro degli Esteri, anche lui vicepresidente del Consiglio. Per Antonio Tajani il plebiscito nei confronti di Putin è stato “caratterizzato da pressioni forti e anche violente”.
Giorgia Meloni, ad Agorà, nella serata di ieri, ha sottolineato come “quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo e la chiarezza con cui lo abbiamo fatto anche in politica estera, racconta di una maggioranza coesa”.
Dal Pd a Italia Viva, passando per Si e +Europa, le opposizioni criticano duramente le parole di Salvini. “Con queste posizioni il governo può mai essere credibile?”, attacca il Dem Giuseppe Provenzano.
Un fuoco incrociato che costringe la Lega a rettificare, almeno in parte, le parole del proprio leader: “In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo per la fine della guerra ed il ritorno alla pace”.
Ma nella maggioranza c’è anche chi, come l’azzurro Maurizio Gasparri, chiede di “cercare di instaurare un dialogo con la Russia o si rischia la terza guerra mondiale”. Fra i meloniani, però, si tende a legare l’uscita di Salvini alla campagna elettorale per le europee: per fermare l’emorragia di consensi e tornare a crescere, si dice, il leghista prova a conquistare i voti di quell’elettorato critico sulla prosecuzione della guerra.
Dall’Unione Europea duri gli attacchi di socialisti e popolari. Le parole di Salvini “dimostrano che l’estrema destra in Europa è amica di Putin”, nota Nicolas Schmit, candidato di punta dei Socialisti alle europee. Per la lituana Rasa Jukneviciene, vicepresidente del gruppo Ppe e responsabile per gli affari esteri, Salvini “se ne vergognerà”.
Il tema delle presidenziali russe potrebbe essere toccato in modo diretto dalla premier Meloni nelle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo, oggi al Senato e domani alla Camera.