Secondo le rilevazioni di Confartigianato, non più del 70% dei cittadini esegue una corretta manutenzione delle caldaie. E, negli ultimi 4 anni – in base alle statistiche del Comitato Italiano Gas – a causa del malfunzionamento di impianti a gas, si sono registrati, ogni anno, in media 163 incidenti. Gli incidenti si sono concentrati al Nord (3 incidenti su 4) e sono stati causati dall’insufficiente ricambio d’aria del locale (4 incidenti su 10), a cui segue la carenza di manutenzione (2 incidenti su 10). Gli impianti maggiormente a rischio sono le caldaie autonome (causa di 1 incidente su 3), seguono scaldabagni e apparecchi di cottura, responsabili di 2 incidenti su 10 ciascuno.
Insomma c’è poco da stare tranquilli. E, mentre le associazioni dei consumatori fanno a gara nel dare consigli e stilano decaloghi su decaloghi, poniamo l’ardua domanda: ogni quanto va fatta la manutenzione della caldaia? E’ davvero obbligatorio far verificare ogni anno il proprio impianto?
Il Decreto legislativo 192/2005, che regolamenta i tempi e le modalità delle verifiche degli impianti, stabilisce che: “per gli impianti di potenza nominale del focolare maggiore o uguale a 35 kW” (quelli condominiali centralizzati, per esempio) i controlli vanno effettuati almeno ogni anno, sia che si tratti di impianti alimentati a combustibile liquido o solido, sia che si tratti di impianti alimentati a gas (allegato L, comma 1, par. a).
Gli impianti con potenza inferiore a 35 kW (quasi tutti quelli autonomi di appartamenti di dimensioni medie) devono essere verificati ogni due anni, qualora “il generatore di calore abbia un’anzianità di installazione superiore a otto anni e per gli impianti dotati di generatore di calore ad acqua calda a focolare aperto ( non a tiraggio forzato) installati all’interno di locali abitati”. Per gli altri impianti con potenza inferiore a 35kW, dunque le caldaie con tiraggio forzato e quelle a focolare aperto situate non in locali abitati, il decreto sancisce l’obbligo di controllo addirittura ogni quattro anni (allegato L, comma 1, par. b-c).
Dunque per i piccoli impianti non sembrerebbe necessario il controllo annuale, il costo del quale si aggira in media sui 60/70 euro per la normale manutenzione, 150 euro con il controllo della combustione che comunque, già prima di questa riforma, era obbligatorio ogni due anni. Help consumatori in collaborazione con il movimento difesa del cittadino (mdc) ha effettuato un’indagine sui costi di revisione delle caldaie nel nostro paese.
Visti i continui aumenti delle bollette, che almeno queste spese sia possibile farle quando é davvero necessario! Attenzione poi perché é prassi, da parte degli stessi manutentori, di avvisare telefonicamente gli utenti della scadenza del controllo annuale: quasi tutti fissano l’appuntamento, pensando ad un obbligo di legge.
Riassumendo:
Controllo fumi (con annessa pulizia) ogni 4 anni: se la caldaia ha meno di 8 anni, ed è stagna oppure installata esternamente all’appartamento.
Controllo fumi (con annessa pulizia) ogni due anni: se la caldaia ha più di 8 anni ed è stagna oppure installata esternamente all’appartamento.
Se la caldaia è installata da meno di 8 anni ma è non stagna e installata all’interno dell’abitazione, i controlli di efficienza termica vanno effettuati ogni due anni.