Una Città storica muore coi suoi migliori abitanti e viene sostituita (forse?) con una bengodi del divertimento, fatta di droga, gioco d’azzardo, prostituzione e, comunque, molta prepotenza

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

La manifestazione di sabato 11 ottobre rappresenta la continuazione della vitalità di un interesse della popolazione interessata, compresa nel cratere sismico e in una  area di sviluppo economico difficile, non  solo per le sorti dell’Ospedale di Spoleto, ma anche per  quelle, diventate  non meno tenebrose, della stessa Città e delle aree ad essa collegate.

Tempo addietro qualcuno aveva messo in guardia dai troppi fenomeni che segnalavano un pericoloso sbarco di malavita ad alti livelli ed un complessivo peggioramento delle condizioni di vita cittadina  conseguenti, profittando anche dell’età molto alta della popolazione che aveva deciso di restare a vivere a Spoleto.

Il depotenziamento della sanità e, per essa dell’Ospedale, d.e.a. di I livello,  è stato attuato con provvedimenti della Regione secondo linee né coerenti con gli stessi impegni assunti verso la cittadinanza, né omogenee con gravissime, palesi ricadute sul futuro delle giovani generazioni, fin dalla loro nascita, come attestato, in primo luogo, dalla nefasta soppressione del punto nascite, avvenuta sul pretesto della  memorabile sciagura costituita dall’emergenza covid; malgrado reiterate promesse, finora non è stato  ripristinato.

Troppo spesso lo stesso sindaco e buona parte del Consiglio comunale hanno assunto atteggiamenti di rassegnata tolleranza se non di condiscendenza.

Adesso si va adempiendo la “profezia”: in Città scorazzano spacciatori di droghe di tutti i generi, si registrano rapine ai danni di ultraottantenni, si verificano orrendi omicidi caratterizzati da modalità mafiose (il taglio delle mani e lo squartamento dell’ultima vittima è ancora tutto da chiarire).

In questo contesto non si rischia la vita solo per la scarsità di cure, ma anche perché va replicandosi un modus vivendi che pensavamo di aver lasciato a contesti notoriamente degradati ed infiltrati dalla criminalità organizzata, Una Città storica muore coi suoi migliori abitanti e viene sostituita (forse?) con una bengodi del divertimento, fatta di droga, gioco d’azzardo, prostituzione e, comunque, molta prepotenza. 

Ecco perché l’impegno preso dalla Presidente della Regione è ancora più essenziale per Spoleto.

Comitato civico per la salute pubblica e l’emergenza sanitaria della città di Spoleto e della Valnerina
Umberto De Augustinis

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