Troppo silenzio intorno agli operai della IMS – IF (Ex Pozzi) in questo momento decisivo per il loro futuro

Casa Rossa sembra essere l’unico soggetto politico a ricordarsi della vicenda

Il silenzio è assordante sulla ex Pozzi, a cinque mesi dalla scadenza della cassa integrazione che getterà nell’incertezza economica decine e decine di famiglie. Sul tema riceviamo e pubblichiamo da Casa Rossa:

“Siamo in una fase decisiva per la sorte degli operai della ex Pozzi e il silenzio intorno a loro abbonda. Poiché sappiamo bene che dove c’è silenzio c’è ingiustizia, vogliamo tentare di rompere questo silenzio.
Tra 5 mesi scadrà la Casa Integrazione Straordinaria alla IMS – IF e gli operai rischiano concretamente di rimanere senza salario e senza lavoro.
I lavoratori della ex Pozzi da soli non ce la possono fare, ma nel momento più difficile si assiste ad un affievolirsi delle voci e a un venir meno degli interventi. Emblematico in questo senso è il comportamento della Regione Umbria, mai apparsa con la sua Presidente e solo comparsa con i suoi Assessori. Negli ultimi due incontri con i rappresentanti degli operai c’è tutto questo; nel penultimo, del luglio sorso, l’Assessore Paparelli, dopo essere giunto con tre quarti d’ora di ritardo all’appuntamento, affronta il problema in questi termini: ” tra mezz’ora devo partire per l’expo, perciò ditemi in fretta quali sono i problemi”. Nell’ultimo incontro, di dicembre, Paparelli non si presenta proprio e manda un tecnico della Regione. Questa è l’attenzione del governo dell’Umbria per l’industria metallurgica di Santo Chiodo e per i suoi 250 operai. Il Comune che sappiamo non ha strumenti particolari di intervento, non assolve comunque il compito politico che gli sarebbe proprio, quello di mobilitare la città intorno agli operai per difendere il lavoro di oggi delle famiglie dei dipendenti IMS – IF e di domani per i giovani e il futuro della città.
Così non va bene. Tanto più che sono giorni in cui sarebbe necessario che la situazione emergesse con chiarezza, e chi può avere la forza di chiedere chiarezza senza sentirsi dire un no senza motivazioni se non le Istituzioni ?
Si vocifera ma c’è sicuramente qualcosa di più, di cordate e di manifestazioni di interesse verso l’azienda. Chi sono costoro ? Ciò che sappiamo è questo: fondi cinesi che si appoggerebbero sulla vecchia Direzione, fondi americani in contatto con la vecchia proprietà, una azienda umbra dello stesso settore, di piccole dimensioni. In questi giorni e per un periodo di un mese circa, chi è interessato all’acquisto potrà accedere ai dati tecnici per valutare la convenienza dell’operazione.
Dopo di che ?
Dopo di che bisogna svegliarsi, mettere chi di dovere, le Istituzioni in primo luogo, di fronte ai loro doveri, cosa che per parte nostra cerchiamo di fare con questo primo comunicato.
Perché la situazione è delicata e difficile. Se le voci non fossero solo voci ma anche altro: capitali cinesi e americani che si interfacciano con la vecchia Direzione o con la vecchia Proprietà ( i responsabili della situazioni di oggi, in altre parole), un acquirente umbro di dimensioni forse troppo piccole, sono situazioni che procurano allarme e che non lasciano ben sperare.
Il silenzio non aiuta, anzi; facciamolo perciò venire meno. Che le Istituzioni parlino e si adoperino per il migliore risultato possibile, gli operai aspettano ma sono anche pronti ad ogni iniziativa utile al loro futuro, a lottare per il lavoro e per le loro famiglie”.

CASA ROSSA

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