Assegnato al Professor Peter Schwartz dell’Istituto Auxologico Italiano il premio scientifico più importante al mondo in cardiologia

Un riconoscimento importante per la ricerca medica italiana. Il prestigioso premio Grand Prix Scientifique della Fondazione francese Lefoulon-Delalande è stato assegnatoieri a Parigi, nel corso di una cerimonia ufficiale svoltasi all’Institut de France, al Professor Peter Schwartz, Direttore del Centro per lo Studio e la Cura delle Aritmie Cardiache di Origine Genetica dell’Istituto Auxologico Italiano. Si tratta di uno dei maggiori riconoscimenti mondiali nel campodella cardiologia e ricerca cardiovascolare secondo soltanto al Premio Nobel in ordine di importanza internazionale.

Medico, cardiologo e scienziato riconosciuto a livello
internazionale, il Professor Peter Schwartz si occupa da sempre del problema della morte cardiaca improvvisa, prima causa di morte sotto i 60 anni nel mondo occidentale. Come identificare e curare i soggetti a rischio e quindi come prevenire questi eventi è stato ed è l’obiettivo della sua vita scientifica.

L’interesse del Prof. Schwartz per lo studio delle aritmie
genetiche che provocano la morte improvvisa è nata circa cinquant’anni fa, quando nel corso di una trasmissione televisiva condotta da Mike Buongiorno una ragazza morì all’improvviso in diretta davanti alle telecamere. Le era già successo più volte di svenire, sempre quando si emozionava. La sorella di 9 anni, con gli stessi sintomi (perdeva coscienza mentre correva o se si spaventava), fu ricoverata per accertamenti al Policlinico di Milano, dove lo stesso Prof. Schwartz era un giovanissimo medico. Con molta fatica, riuscì a fare la prima diagnosi di “sindrome del QT lungo”, malattia che allora sembrava rarissima e iniziò a curarla con i farmaci beta-bloccanti, che proteggono dagli effetti delle scariche nervose sul cuore. Essendo riuscito a riprodurre la malattia a livello sperimentale, nel 1973 decise – con il consenso dei genitori della ragazza – di interrompere la connessione tra il suo cervello e il cuore mediante sezione dei nervi cardiaci simpatici di sinistra. Da allora la sua prima paziente non ha più avuto aritmie cardiache e questo intervento di denervazione cardiaca è diventato parte integrante della terapia attuale di questa malattia.

Nel 1995-96 il Professore e il suo team hanno contribuito
alla scoperta dei geni alla base della sindrome del QT lungo e questo ha avuto grandi conseguenze pratiche. Nell’80% dei pazienti si riescono a individuare le mutazioni genetiche che provocano la malattia , permettendo non solo di identificare rapidamente tutti gli altri membri affetti nella famiglia, ma anche di sapere quali sono i fattori di rischio per arresto cardiaco che variano a seconda dei geni coinvolti. Infatti, in certi casi il rischio maggiore si manifesta durante gli sforzi fisici, specialmente praticando il nuoto, in altri a seguito di rumori improvvisi soprattutto al risveglio.

Conoscere il gene alla base della malattia è fondamentale
per le strategie di prevenzione. “A noi si rivolgono da tutta Italia sia pazienti in cui vengono sospettate malattie genetiche con rischio di morte improvvisa come sindrome del QT lungo o sindrome di Brugada – afferma il Prof. Schwartz – sia giovani sportivi in cui, durante la visita cardiologica per fare sport agonistico, viene individuato un intervallo QT allungato e quindi sospettata da parte dei medici dello sport la sindrome del QT lungo. Oltre alle normali valutazioni cliniche – continua il Prof Schwartz – eseguiamo un prelievo di sangue per fare lo screening dei geni alla base delle aritmie ereditarie. In tempi rapidi e nell’80% dei casi siamo in grado di identificare le mutazioni genetiche responsabili per queste malattie. Così, oltre a curare con successo i pazienti, possiamo anche identificare in poche settimane tutti i membri della loro famiglia che abbiano la stessa malattia genetica senza saperlo”.

Il Prof. Schwartz sottolinea anche come nella maggior parte
dei casi i pazienti siano adolescenti nel pieno dell’attività sportiva, con ambizioni agonistiche, che faticano ad accettare il concetto di “malattia”. Per questo il Centro per lo Studio e la Cura delle Aritmie Cardiache di Origine Genetica dell’Istituto Auxologico mette a disposizione dei pazienti anche un servizio di assistenza psicologica che, tramite colloqui mirati, possa accompagnarli in questo delicato periodo della vita.

Il prestigioso premio, che prevede un grant di 600mila euro,
condiviso nel corso della cerimonia che si è svolta ieri pomeriggio a Parigi tra il Prof. Schwartz e lo spagnolo Prof. Pedro Brugada, altro nome storico della cardiologia, scopritore della omonima sindrome di Brugada altra sindrome genetica come quella del QT lungo – viene assegnato sulla base delle raccomandazioni dell’International Scientific Council, il comitato di scienziati della Fondazione francese Lefoulon-Delalande, creata nel 2005 per onorare la memoria dell’industriale francese Michel Delalande, fondatore del gruppo farmaceutico francese Delalande.

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