Per l’Italia “non ci sono segni di ripresa a breve” e il Pil “continua a contrarsi“, portandosi a -1,3% per il 2013 e 0,7% nel 2014, “sulla base di persistente incertezza, continua difficoltà di accesso al credito e fiducia di imprese e consumatori ancora negativa”. Queste le stime dell’Ue sulla crescita italiana.
Il deficit italiano per il 2013 si ferma al 2,9%, e nel 2014 scende al 2,5%: queste le stime della Commissione Ue che confermano come l’Italia stia sotto la soglia fatidica del 3% e quindi sulla buona strada per chiudere la procedura per disavanzo eccessivo. La stima include il pagamento dei debiti della p.a. Impennata del debito italiano che sale a 131,4% nel 2013 e a 132,2% nel 2014:la Commissione Ue rivede quindi al rialzo le stime di febbraio che lo davano al 128% per il 2013 e 127% nel2014. A pesare, per 2,5 punti, e’ l’effetto del decreto per la restituzione dei debiti Pa. Solola Grecia ha un debito piu’ alto (175,2% per il 2013).
DISOCCUPAZIONE – Peggiora ancora la disoccupazione in Italia. Questa, nelle nuove previsioni della Commissione Ue, raggiungerà quota 11,8% nel 2013 e sfonderà la soglia del 12%, arrivando al 12,2% nel 2014, contro rispettivamente l’11,6% e il 12% stimati a febbraio. Secondo Bruxelles, però, è attesa una “stabilizzazione” il prossimo anno. “La ripresa dell’attività economica è troppo lenta per ridurre la disoccupazione” che per il 2013 e il 2014 nell’eurozona resta invariata rispetto alle vecchie stime, rispettivamente al 12,2% e 12,1%: lo scrivela Commissione secondo cui “senza riforme, l’alta disoccupazione potrebbe mettere a rischio la coesione sociale”.
MANOVRA DA 6 MLD PER EVITARE L’IMU – Davanti a sé il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha poco più di venti giorni cruciali. Entro metà maggio Saccomanni vuole definire la prima fase della manovra, quella con effetto immediato, che potrebbe avere una portata di 5-6 miliardi di euro, e definire il quadro delle misure da attuare nel 2104. Così si cerca una strada che dia risorse per scongiurare Iva e Imu.
STOP ALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE SUL DEFICIT – Il deficit sotto 3% “facilita” la chiusura della procedura per l’Italia ma resta “soggetta agli impegni di consolidamento” e “al dettaglio delle riforme” contenute nel programma di stabilità che Bruxelles si aspetta dal governo “nelle prossime settimane”, avendo già avuto contatti col ministro Saccomanni. Con il debito pubblico “così elevato” per l’Italia “é necessario proseguire con il consolidamento dei conti anche dopo l’eventuale uscita dalla procedura per deficit “: lo ha detto il commissario agli affari economici Olli Rehn, spigando che l’Italia deve soprattutto “riprendere competitività e capacità di crescita”.